Risveglio tutt’altro che felice in casa Juve dopo la pesante sconfitta di ieri sera. Un match che, per la posta in palio, aveva un sapore particolare, ma che alla fine ha lasciato l’amaro in bocca.
Se si considera, inoltre, l’avversario di turno, allora la rabbia sale di più, perché Juve-Inter è il derby d’Italia, è la madre di tutte le partite, è LA partita.
Per i bianconeri il trionfo avrebbe “salvato” un’annata deludente, ma si è trasformato nell’ennesima debacle stagionale.
La cosa che fa più rabbia è che la vittoria era alla portata, per quanto visto in campo, ma la Juve ha deciso di buttare al vento quanto di buono fatto per gran parte del secondo tempo.
Infatti, il vantaggio iniziale dei nerazzurri non ha assolutamente piegato gli uomini di Allegri, bravi a ribaltare la situazione, ma molto meno bravi a farsi rimontare di nuovo.
Anche questo è il segno di una Juve che ha perso, ormai, le sue sicurezze, la sua verve, la sua leadership in campo.
A prescindere da tutto, a prescindere da chi sia il colpevole, mister, giocatori, società, serve un cambio di rotta e serve subito.
C’è chi storce il naso verso le scelte societarie, chi verso l’allenatore, chi verso i giocatori. Il fatto che dopo dieci anni, dieci lunghi anni di trionfi, non sia arrivato neanche un trofeo deve essere un campanellino d’allarme per rimettersi subito in careggiata.
Il rischio è quello di ridimensionarsi, ma è proprio quello che non bisogna fare.
Una squadra che vince e stravince in Italia nell’ultimo decennio e che sfiora, per ben due volte, la vittoria in Europa, non può non rialzarsi, anzi, deve farlo subito.
A prescindere da tutto e tutti.