“Non esiste cosa più difficile da trattare, né più incerta nell’esito, né più pericolosa da gestire, dell’introduzione di nuove istituzioni. Perché colui che le introduce ha per nemici tutti coloro che ricevevano un beneficio dalle vecchie istituzioni”.
Niccolò Machiavelli, Il Principe, 1532
Maurizio Arrivabene è il principe machiavellico bianconero. Cinico, ostinato e senza scrupoli. L’unico obiettivo? Quello di migliorare il suo principato: la Juventus.
Arrivato in punta di piedi nel giugno del 2021 tra lo stupore generale degli addetti ai lavori e non, ha messo in mostra all’istante le sue doti manageriali.
Ha chiarito fin da subito la sua posizione – forse fin troppo rispetto ai suoi predecessori – ma l’ha fatto.
Ha imposto regole prima dell’arrivo di Vlahovic, mettendo sull’uscio della porta coloro che non sentivano più la maglia bianconera addosso.
Ha rafforzato questa sua idea dopo dell’arrivo del serbo e l’ha messa in pratica, prima con le uscite di Ramsey e Bentancur, e poi negando il rinnovo a Dybala.
Ma cosa ha sbagliato? Gli è mancata la giusta comunicazione? Probabilmente. È stato efficace? Sicuramente. Reputare totalmente sbagliata questa scelta della dirigenza? Follia.
I dati parlano chiaro, difficilmente sbagliano e ve lo dimostriamo:
I NUMERI DI DYBALA IN BIANCONERO
- Dybala alla Juventus ha collezionato in totale 283 presenze in 7 stagioni, segnando 113 gol e mettendo a referto 48 assist. 77 le gare saltate fin qui e un totale di 18849 minuti giocati.
- Dybala negli ultimi due anni (post Lione) ha collezionato 55 presenze, 18 gol e 9 assist. Un totale di 3292 minuti giocati e ben 39 gare saltate. Più della metà totale.
La Juventus, così come qualunque altro top club europeo, trae le conclusioni da questi dati e necessita di più certezze.
Addio Paulino. I giocatori passano, la Juventus resta. E questa, è l’unica cosa che conta.
di Gianmarco di Matteo