La Juventus, il Napoli e Pogba. Un trittico che certamente piace e genera piacevoli ricordi ad ogni tifoso bianconero. Mercato? Macché, abbiamo scritto piacevoli del resto, per cui tranquilli: nessuna offerta folle da parte di De Laurentiis per l’asso francese.
2012, LA PRIMA VOLTA NON SI SCORDA MAI – Anche se in fondo il patron degli azzurri potrebbe provarci. Così facendo, infatti, avrebbe finalmente modo di reprimere uno dei peggiori incubi della notte prima del match. Perlomeno dall’approdo del polpo in bianconero. I numeri e i fatti parlano chiaro del resto: Pogba rappresenta una vera e propria tassa da pagare per il Napoli. E’ così dal 20 ottobre 2012, data che coincide, peraltro, col primo gol del francese in maglia bianconera. Un pallone respinto da Campagnaro e giunto proprio sul sinistro di Pogba, perfetto da calciare al volo. Nessun altro pensiero spicciolo o velleitario. Soltanto la voglia di diventare subito protagonista e di presentarsi al mondo come nuovo fenomeno. Un piccolo capolavoro, sufficiente da far sgranare gli occhi ed entrare prepotentemente nel cuore dei tifosi.
2013, LA PERLA CONTORNATA DAL BALLETTO – Definirla la stagione della consacrazione (e non della maturità, attenzione) a soli vent’anni potrebbe risultare anche poco credibile, tuttavia quando si parla di fenomeni non può essere necessariamente così. E’ un bravo o buon giocatore colui che si consacra col trascorrere degli anni. Ma un fenomeno no. Un fenomeno brucia le tappe. Pogba ci già sta riuscendo facendo leva sulla sua straripante forza fisica e con l’ausilio di una tecnica sopraffina. In campo si rende autore di giocate e progressioni che infiammano gli spalti e che fanno gongolare. E poi ci sono i colpi balistici, altra specialità della casa. E’ il 10 novembre 2013, ed allo Stadium è ancora una volta Juventus-Napoli. La Juve conduce già per 2-0, ma Pogba sembra non voler abbandonare il terreno di gioco senza timbrare ancora una volta il cartellino. A dieci minuti dal termine, dunque, il francese raccoglie un assist di Vidal alzandosi col destro la sfera ad altezza del torace e aspettando che la stessa riscendesse, per poi calciarla ancora con lo stesso piede. Ancora una rete, ancora un capolavoro. Ancora il Napoli vittima sacrificale. Il balletto che compie per festeggiare la marcatura, in quanto a capolavori, rischia addirittura di mettere in ombra lo stesso gol.
2015, IL SIGILLO CHE TOGLIE IL FIATO (E LA PAROLA SUGLI SPALTI) – Ancora il Napoli come avversario, l’11 gennaio 2015, anche se a cambiare stavolta è lo scenario. La cornice difatti è quella del San Paolo, ma il destro di Pogba non perdona comunque, mantenendosi caldo ancora una volta, pronto a scagliare in rete una nuova gemma. Quasi come se da contratto dovesse impegnarsi a siglare un gol sempre più bello contro i partenopei, di anno in anno. Ancora una volta è un pallone spiovente a cadere proprio dove staziona il francese, respinto da Llorente che involontariamente mura una conclusione di Tevez. Una palla magica, che non fa in tempo a baciare la linea che delimita l’area di rigore azzurra perchè calciata in girata, di destro, un secolo prima da Pogba. Ne viene fuori un tiro imprendibile per Rafael che ammutolisce un San Paolo gremito, e che porta in vantaggio la Juventus.
Alla vigilia dell’ennesimo confronto fra le due compagini, siamo certi che non saranno stati in pochi a fare i dovuti scongiuri, dalle parti del capoluogo campano. E magari chissà, anche un piccolo pensiero rivolto a san Gennaro. Perchè no. Qualora non dovesse arrivarci Reina.
Rocco Crea (@Rocco_Crea)