Un tema in bianco e nero: area 12

La Juve non lascia nulla, se a qualcuno interessa prenda pure nota. Battezzata (ahiloro!) la Dacia Arena con un poker all’Udinese, i bianconeri si sono ripetuti dopo tre giorni a Roma contro la Lazio. E se i pignoli hanno disquisito a lungo sulla presunta mollezza friulana, sicuramente la squadra di Pioli lontana dai traguardi Europei tramite campionato, non ha lesinato sforzi nella gara di Coppa all’Olimpico.

Gli “acquisti” schierati all’Arena sono stati Mandzukic ed Asamoah, entrambi reduci da infortuni. Nessun voto superlativo per ora, ma Mandzukic è tornato immediatamente determinante per gli schemi di attacco ed Asa pienamente recuperato è un ulteriore assicurazione contro eventuali colpi di mercato con l’acqua alla gola, alla Hernanes per capirci. Una quaterna fuori casa, avversario morbido o meno, fa sempre rumore. E Dybala, non solo per la doppietta, si conferma fenomeno (per tutti, tranne che per Cassano).

Per la Lazio si tratta ormai di un vero incubo in bianco e nero ultimamente: sconfitta in finale di Coppa nel 2015, stesso esito nella “rivincita” di Supercoppa in estate e stop in Coppa Italia anche quest’anno. Fa bene Allegri (da oggetto misterioso per alcuni un anno fa, ad obiettivo di mercato per i big team della Premier League!) a dire che non ha fatto turnover, nonostante i cinque cambi. Si fa davvero fatica a pensare che Neto, Caceres, Sturaro, Zaza e Morata siano giocatori da Juve B. Tutta gente che si fa fatica a tener fuori squadra, eppure tutti professionisti che non dicono mai una parola fuori posto; ma quando entrano in campo danno l’anima e danno anche valore aggiunto.

Come Zaza, che pur mancando una occasione più semplice in precedenza, inventa un tiro a giro che fa da preludio al primo gol della storia del calcio italiano assegnato con l’occhio di falco. Lo sigla Liechtsteiner. Se è questo l’effetto che fanno le tifoserie che bersagliano qualcuno dei nostri, facciano pure.

Ora pronti per un’altra settimana col doppio impegno di campionato e Coppa Italia. Con due sfide sicuramente affascinanti come Roma e Inter, ma questa volta si gioca allo Juventus stadium. Stadium che sarà protagonista, forse fondamentale, nell’indirizzare gli esiti del campionato, visto che le pretendenti (o ex pretendenti) al titolo dovranno passare tutte per la fortezza bianconera, non a caso inserita in quella che si chiama l’area del dodicesimo uomo in campo: dove c’è il tifo caldo, la colonna sonora dello J-stadium. A cominciare dalla sfida di domenica sera. Quella fra i lupi famelici dell’inverno juventino ed i lupetti disorientati della semi-stagione di Garcia. Sperando che a Spalletti serva ancora qualche settimana per rimettere in sesto quella squadra inguardabile che domenica ha pareggiato con l’ultima della classe.

Salvatore Arpaia

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