Col poker, con la forza, con la voglia di dare ancora fastidio. Il Napoli va su, la Juve risponde e s’attacca alle calcagna. Lo fa con stile, però: nella nuova Dacia Arena che s’inaugura nel segno di ben altro bianconero. Decide il talento di Dybala, rifinisce la classe di Khedira. La chiude Allegri, con urla e tenacia.
Ma ecco le pagelle!
BUFFON 6.5 – Dieci partite dopo tornano irrimediabilmente le sue parole nel post Sassuolo, pesate e posate. L’Udinese gli dà qualche buffetto, Lodi prova a scuotersi: ma non c’è neanche bisogno di scomporsi più di tanto. Ora capitana una squadra che vuole, può e sa lottare.
RUGANI 6 – Esordisce con due errori in fase d’appoggio, poi un colpo di testa completamente lisciato. Sembra il preludio ad una prestazione apparentemente disastrosa, poi il ghiaccio in cui si blocca la partita gli scioglie paradossalmente tutto. E scivola via, e scivola bene.
BONUCCI 6 – Non è la partita di Di Natale, e neanche quella di Zapata. Ma oltre ad una svirgolata – pure goffa -, resta da segnalare la solita sostanza. In attesa di ben altre prove, ecco.
CHELLINI 6.5 – Molto meno Jeeg Robot, molto più Forrest Gump. Corre, e tanto: spesso involandosi come se non ci fosse un domani. In effetti, lì dietro il lavoro è normale amministrazione. Ricerca del brivido ampiamente giustificata. E perdonata.
CACERES 6 – Entra col risultato già acquisito. Mercoledì avrà un’altra prova d’affetto e di mentalità: non c’è voce di mercato che tenga, ora come ora.
LICHTSTEINER 7 – Le spine nel fianco fanno male, lo svizzero pure di più. Danilo soffre, Edenilson quasi gli implora pietà. È che da destra la Juve sfonda e si sfoga, quindi crea e distrugge le già misere speranze avversarie. Tra Dybala e Khedira, Stephan s’inserisce a muso duro nella storia di questo match.
PADOIN 6 – Aspettando la Coppa, altra presenza.
ASAMOAH 7 – Rilevare Pogba è già di per sé complicato, farlo in un match così delicato – e senza una chiara motivazione alle spalle – l’ha reso ancor più difficile. Ma Kwadwo è questo: genuino e schietto, pure in campo. A suo modo, assolutamente fondamentale.
MARCHISIO 6 – Lodi gli morde le caviglie, lui risponde ringhiando. Blocca trame avversarie e tocca tutti i punti nevralgici del gioco. Di tanto in tanto, sa ancora sorprendere.
KHEDIRA 7.5 – Dovuti – nel bene e nel male – distinguo: ma oggi Khedira ha fatto il Vidal. Gol, inserimenti e chiusure. E poi tante giocate intelligenti, spesso anche divertenti. Ora sta bene, ora fa la differenza. Giusto in tempo: che qui c’è tutto meravigliosamente in ballo.
ALEX SANDRO 7 – Mancino fine e purissimo, e poi t’inventa di destro a giro il suo primo gol in campionato. Alla Alex, l’altro Alex. Ottimo lavoro anche in fase di copertura: per la cronaca, davanti aveva Widmer. Mica uno dei tanti.
DYBALA 8.5 – Portarci a finire gli aggettivi possibili, in appena sei mesi, è già un piccolo record. In realtà, l’unico modo per spiegare tutta questa meraviglia è dato dai suoi numeri: sette gol nelle ultime nove partite, undicesima rete in campionato e settimo assist in totale. Ah, pure recordman di presenze stagionali con Bonucci. Eccolo, l’uomo copertina: talento, crescita e determinazione.
MORATA 6 – Ha voglia, tanta. Si vede subito. Ma ne ha anche Karnezis. Prossima chiamata: Lazio. E la Coppa Italia…
MANDZUKIC 7 – Attacca e morde gli avversari come la profondità. Non è mai statico, anzi: ogni singolo movimento ha un fine ben preciso. Uno di questi vale il rigore, gli altri cento valgono il biglietto. Inamovibile, sì: eppur si muove.
ALLEGRI 7 – Non rischia Pogba – influenzato, nessun caso – e dà fiducia ad Asamoah. Ovviamente, super ripagata. La partita vien via, ma guai a distrarsi: è la legge di Max. La stessa che gli ha regalato trenta punti in dieci partite. La stessa che gli dà speranza per un futuro ancora vincente.
Cristiano Corbo