La sconfitta di Udine stranamente non fa più notizia, trattandosi ormai di una consuetudine tanto diffusa quanto pericolosa.
Giocando ogni tre giorni, risulta difficile poter analizzare tatticamente le partite, perché il dispendio di energie nervose e fisiche è veramente elevato, motivo per cui, al di là di alcune lacune tecnico-tattiche che la squadra si trascina da inizio stagione, a lasciare l’amaro in bocca è stato soprattutto l’atteggiamento visto in campo. Udinese-Juventus non era una partita come le altre, ma il primo match point utile per mettere la parola fine al campionato, motivo per cui ci si aspettava di vedere, almeno ieri, una squadra rabbiosa, con la bava alla bocca, pronta ad azzannare sportivamente l’avversario.
Nel primo tempo il pallino del gioco è stato quasi sempre ad appannaggio della Juve, senza però creare particolari problemi a Musso. Nonostante ciò, nei minuti finali, un tiro dalla distanza di De Ligt sblocca il risultato. Nel secondo tempo va in scena l’ennesima replica di un film visto più volte: la rimonta dell’avversario. La Juventus quest’anno ha perso 21 punti partendo da situazioni di vantaggio, a dimostrazione della fragilità mentale di questa squadra, che alla prima difficoltà si scioglie come neve al sole. Dov’è finita la squadra che tutti temevano? Dov’è finita la vera Juve?
Negli ultimi due anni, nonostante un gioco speculativo, la sensazione era che la squadra avesse quantomeno un’identità ben definita, un’anima.
La Juve di quest’anno è caduta in un limbo pericoloso, emanando per lunghi tratti della stagione un senso di incompiutezza. Troppe indecisioni, troppi “vorrei, ma non posso”, che hanno spinto gli avversari a crederci sempre, anche in situazioni di doppio svantaggio.
Lo scudetto è ormai all’orizzonte, con qualche rammarico per gli avversari, perché difficilmente ricapiterà di incontrare sul proprio cammino una Juve così fragile fisicamente e spenta mentalmente. La preoccupazione, semmai, riguarda la partita di ritorno di Champions League contro il Lione. Lì servirà la “vera Juve”, perché l’impressione è che per ribaltare il risultato dell’andata, questa “copia sbiadita” possa veramente non bastare.
Milena Trecarichi
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