La numero 10 bianconera Cristiana Girelli si è raccontata a JuventusTV, partendo dalla sua infanzia, fino ad arrivare all’amatissima nipote Chicca.
L’attaccante inizia proprio parlando della sua infanzia: quando era il capitano della squadra di calcio del suo paese in mezzo a tutti i maschi. Raccontando: “ho sempre avuto rispetto dai maschi, alcuni mi scrivono ancora oggi complimentandosi. Ho sempre voluto giocare a calcio ma non sapevo dell’esistenza del calcio femminile finchè a 14 anni mi chiamò il Verona. Io non volevo andarci perchè preferivo giocare con i maschi, però i miei genitori mi hanno spronata ad andare ricordandomi che il treno passa una sola volta nella vita e così ho fatto.”
Dice che le sarebbe piaciuto seguire le orme del padre farmacista ma che ha preferito il calcio, nel suo futuro fatica ad immaginarsi senza calcio, spera di potersi godere la sfera calcistica ancora per molti anni.
LA NIPOTE CHICCA
“Chicca è la mia vita, è felicità. Seppur piccola è la mia ancora perchè nei momenti bui mi rifugio nel suo sorriso o nella sua manina che mi cerca, è un regalo della vita e me lo tengo molto stretto.”
LA CHIAMATA DELLA JUVENTUS
“Ero sul divano di casa mia, ero incredula, ho scelto subito di approdare a Torino ed è stato bellissimo. Sono riuscita ad andare in gol la prima giornata di campionato.”
IL GRUPPO
“Siamo un gruppo di persone prima di giocatrici, il valore gruppo fa sempre la differenza, con un gruppo di questo calibro è facile vincere.”
IL NUMERO 10
“Mi dicono che sono un 9, ma io mi sento un numero 10 a tutti gli effetti. Ho detto a Braghin che avrei fatto di tutto per onorarla e spero di riuscirci.”
L’ESULTANZA
“Non posso spiegarla perchè sono scaramantica, avrete sicuramente capito che c’entra anche il mio nome. In realtà è però un insieme di significati miei, magari un giorno lo spiegherò.“
E DOPO IL CALCIO
“Il calcio è la mia vita, lo è sempre stato e sempre lo sarà. Immaginarmi senza calcio mi rattrista parecchio. Non riesco ad immaginarmi senza calcio quindi mi piacerebbe rimanerne all’interno ma non so in che veste.”
I TIFOSI
“Non mi definirei la più amata, ma è bello essere riconosciuta per strada. Spesso ricevo complimenti per la mia umiltà ma per me è un piacere, mi resta impresso. Penso sia importante l’umiltà perchè il nostro compito è far appassionare i tifosi con il nostro gioco. Puoi far bene in campo ma è ciò che accade fuori a rimanere nelle menti delle persone. I tifosi e l’apporto del pubblico durante la partita sono la forza in più, sentirti incitata dagli spalti fa in modo che tu non molli. I nostri tifosi sono fondamentali, ma forse un po’ pazzi.”
SOGNI PER IL FUTURO
“Sogno di poter vincere tutto, in realtà ho diversi sogni essendo una persona che vive alla giornata. Il sogno più grande è quello di essere felice sempre, che non è scontato. Sogno di continuare ad essere me stessa e di lasciare qualcosa nel cuore delle persone.“