Massimiliano Allegri ha rilasciato una lunga intervista al sito polacco Przeglad Sportowy, trattando di tantissimi argomenti, a partire dalle sirene inglesi nel suo futuro, al suo passato juventino e su Szczesny.
MANCHESTER
“Non parlo ancora abbastanza inglese, ma sto imparando”, ha voluto scherzare sul suo futuro senza speculare, soprattutto perché ancora legato alla Juventus con un contratto da 7,5 milioni all’anno.
APERTURA MENTALE
“Se vuoi fare tutto da solo, non farai nulla. Non posso agire contemporaneamente come medico, fisioterapista preparatore atletico etc. Quindi il mio principio è circondarmi di persone intelligenti. Mettere tutto su te stesso sarebbe un grande errore”.
“Esistono due modi per essere un buon allenatore: autoritario o liberale. Preferisco quest’ultimo, quindi ascolto più di quanto parlo. Grazie a questa strategia, ricevo più informazioni dall’esterno che cambiano positivamente il mio mondo. Discuto con me stesso. Se penso che qualcosa vada al cento per cento, sono preoccupato e consulto questa opinione con l’ambiente”.
ERA POST CONTE
“Quando sono arrivato a Torino dopo Antonio Conte, molti hanno pensato che fossi fregato e che la fase vincente fosse finita perché la squadra era satura. La situazione non era perfetta perché ho trovato una squadra che aveva bisogno di essere ricostruita. È stato emozionante, ma anche a rischio di fallimento, e la Juventus non è il luogo adatto per il fallimento. Ecco perché ho dovuto cercare modi per stimolare il gruppo. Ho ascoltato e cambiato. Non ho fatto una rivoluzione”.
SU SZCZESNY
“È uno dei migliori portieri d’Europa. L’abbiamo tenuto sotto osservazione quando l’ha preso in prestito la Roma e in un anno è diventato il portiere principale della Serie A. Sapevamo che tecnicamente e fisicamente sembrava fantastico, ma ha impressionato per la sua mentalità. Quindi l’abbiamo scelto come successore di Gigi Buffon e non siamo rimasti delusi.