Grazie Juve, ci hai regalato l’anno più bello…

Prendete un ragazzo che abbia 18 anni o anche meno e fategli riguardare le immagini del 2015 in tinte bianconere. Difficilmente, molto difficilmente, se egli è un vero appassionato, non verserà almeno una lacrima vedendo le imprese dei suoi eroi in questo 2015 da sogno.

RICORDI A METÀ – Già, perché chi è nato dal ’97 in poi non aveva mai potuto guardare una stagione del genere. Il 5 maggio e la fantastica vittoria nella semifinale di Champions del 2003 evocano ricordi non nitidi, impressi nella mente quando si era piccolissimi infanti. I ricordi ben più vividi, invece, sono quelli di Calciopoli, degli anni bui, che fanno quasi pensare che si è nati per veder soffrire la propria squadra del cuore, la quale ha sempre calcato gli ambienti più importanti. Poi però, sono arrivati gli scudetti di Conte e la consapevolezza di essere ritornati. Sì, ma non fino a questo punto…

EMOZIONI INFINITE – Il 2015 è stato l’anno migliore della tifoseria giovane bianconera e non c’è neanche bisogno di dirlo. Vincere lo scudetto può essere considerata una routine, anche se la vittoria a Napoli, beh, quella non la vedevano nemmeno gli adulti da ben 15 anni. Inoltre, per vedere quattro scudetti consecutivi, bisogna ritornare nella preistoria pallonara, quindi sì, anche la vittoria in campionato è da considerare storica. Ma ciò che veramente ha fatto sognare tutti è altro.

LA DECIMA – Nel ’94-’95 molti tifosi juventini non erano ancora nati. Era la prima Juve di Lippi, quella che sarebbe stata, molto probabilmente, la miglior Juve di sempre e una delle squadre più forti del mondo. Quella squadra – che si apprestava, l’anno successivo, a trionfare in quel di Roma – centrò la doppietta: campionato e Coppa Italia. La nona. Da allora, quel trofeo, spesso considerato minore, non era più rientrato nella bacheca di Corso Galfer. C’era da recuperare. La vittoria nella semifinale contro la Fiorentina, al Franchi, rimarrà indelebile nella memoria: i caroselli viola, esplosi dopo la vittoria allo Stadium, vengono stroncati; i tifosi fiorentini che avevano già esultato all’aeroporto devono digerire il boccone amaro della cocente sconfitta. La finale è sembrata quasi una formalità, anche se a Roma, contro la Lazio, bisogna sudare le proverbiali sette camicie. Alla fine la risolve il Mitra, come tutti sappiamo. La Juventus alza la decima, un double che i tifosi “young” non avevano mai visto. Annata sempre più indelebile.

QUELLA CAVALCATA INASPETTATA – Alla fine si sa che saremmo arrivati qui. La Champions League è il trofeo a cui più si tiene, sia perché la Juventus ha trionfato soltanto due volte, sia perché molte volte non ha dimostrato il suo reale valore. Purtroppo, neanche quest’anno è arrivato, ma la cavalcata che ha portato i bianconeri in finale è stata meravigliosa. A Dortmund, forse, è scattato il sentore: Tevez e compagni dominano il Borussia, lo umiliano in casa e qualcuno inizia a crederci. L’urna di Nyon è favorevole al massimo, consegnando ad Allegri la squadra – in teoria – più abbordabile: il Monaco di Jardim. Le due partite, però, fanno veramente ammalare di tachicardia tutti i sostenitori di Madama: si segna una volta, su rigore, e si soffre maledettamente. Si arriva in semifinale. E qui è l’apoteosi, l’orgasmo calcistico. Il 5 maggio – sì, proprio quella data – sarà ricordato perché allo Stadium la Juventus doma le merengues, un 2-1 bellissimo, emozionante, fantastico. Ma il vero miracolo accade al Bernabeu, quando Morata sigla l’1-1 e parte il coro “Ce ne andiamo a Berlino”. Qualcuno se lo sarebbe immaginato, a inizio stagione? O a inizio 2015? Nessuno. Anche questa finale sembrerebbe una formalità, ma sappiamo tutti come è andata. Sarebbe stato l’apogeo del tifo, dell’essere bianconero. Non importa poi così tanto, ci riproveremo.

GRAZIE JUVE – Grazie Juve, quindi. Per averci regalato l’anno più bello. Per aver dato a noi giovani bianconeri le gioie che hanno vissute i più anziani in passato. Ma lo sai, noi juventini non ci accontentiamo. Ci aspettiamo che nel 2016, nel 2017, nel 2018 e negli successivi le gioie siano le stesse o addirittura di più. Continueremo a sognare insieme, #finoallafine.

Luigi Fontana (@luigifontana24)

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