Che cos’è, in fondo, un numero? Niente di davvero significativo nella stragrande maggioranza dei casi, nulla di più di un semplice modo per mettere in ordine qualcosa. In un modo come quello del calcio, però, una cosa che può sembrare così insignificante come un numero, diventa magico e speciale se incollato su una maglietta. Ogni squadra, poi, ha numeri particolarmente significativi, numeri di maglia “pesanti” da portare: alla Juventus ad esempio c’è la 10 di Baggio e Del Piero, c’è la 1 di Buffon, la 11 di Nedved… E c’è anche la numero 21, che negli anni ha avuto come proprietari dei mostri come Zidane e Thuram, ma nel corso del 2015 c’è stato un passaggio di consegne piuttosto fondamentale ed importante: la 21 è passata dalle spalle di Andrea Pirlo a quelle di Paulo Dybala. Metà anno a testa in cui entrambi sono riusciti a tenere in alto il valore di questo numero speciale.
Trovare un aggettivo che descriva Andrea Pirlo senza sminuirlo è davvero impresa ardua. Si potrebbe usare “straordinario”, ma forse nemmeno questo sarebbe abbastanza per far capire quanto grande sia questo calciatore. Pirlo la numero 21 sulla spalle ce l’ha da sempre e se l’è portata anche dal Milan alla Juventus: nei suoi quattro anni in bianconero il Maestro ha incantato, contribuendo in modo decisivo a far tornare la Vecchia Signora a grandi livelli. E l’ha fatto anche nei primi mesi di questo 2015 così particolare per i tifosi bianconeri, fino a quel maledetto 6 giugno a Berlino. La sconfitta, le lacrime e poco dopo l’addio ai colori bianconeri per intraprendere un’altra avventura oltreoceano. Ed ecco che la maglia numero 21 è chiusa in un armadietto, ancora senza un nome sopra.
Nel frattempo a Torino si concludeva anche l’affare economicamente più importante dell’era Andrea Agnelli, con la Juventus che si assicurava a suoni di milioni il talento del Palermo Paulo Dybala, che aveva incantato tutta l’Italia con le sue qualità. Il giorno della presentazione si avvicina e in tanti pensano che Dybala possa prendersi la maglia numero 10, orfana di un altro grandissimo come Tevez. Troppo pesante? Forse, ma la scelta che fa il Picciriddu, come lo chiamavano in Sicilia, è comunque di grande responsabilità: si prende proprio la 21, quella di Zidane e Pirlo. Quella che, in una parola, significa talento.
Dybala in questi primi mesi dimostra di averne eccome, di talento. Segna all’esordio in Supercoppa con la Lazio e, dopo un breve periodo di difficoltà ad inizio campionato, non si ferma più: gol su gol, assist come se piovesse, ma sopratutto tanta, tantissima classe. Paragonarlo a Pirlo e Zidane avrebbe poco senso, perché ci sono pesanti differenze di ruolo e di caratteristiche, ma è innegabile che con gli ex proprietari della sua 21 condivida un talento fuori dal comune. Anno strano, il 2015, anno di cambiamenti bianconeri: questo passaggio di consegne, però, è senza dubbio quello meglio riuscito.
Alessandro Bazzanella