Questa sera sembra lecito anche prendere in prestito la citazione di un uomo probabilmente fuori contesto, per usare un eufemismo, che però esemplifica alla perfezione ciò che ruota intorno a Cristiano Ronaldo. Come nelle qualificazioni ai Mondiali 2014, contro la Svezia; come nel 2016, quando il Real Madrid si trovò a dover rimontare uno 0-2 al Wolfsburg; o come contro la Spagna nell’ultima Kermesse Mondiale: Cristiano Ronaldo dimostra nei momenti decisivi di saper reagire alle pressioni, agli stimoli esterni, di saperli canalizzare trasformandoli in carica positiva. E quando questo accade, il numero sette decide di portarsi anche il pallone a casa.
FAMELICO CR7
L’ex Real Madrid è stato il perfetto finalizzatore di una squadra che stasera ha mostrato – finalmente, verrebbe da dire – tutto il potenziale sopito. In una sorta di climax ascendente, la Juventus che l’Atletico si è trovato ad affrontare è stata prima famelica, poi vorace, infine ingorda. Senza dubbio enorme merito va dato al suo allenatore e ad un contesto tattico che ha reso possibile una serata storica, ma è un fatto che la squadra abbia tratto gran parte della propria linfa vitale dall’attitudine di un uomo mai sazio, che in questi appuntamenti giustifica pienamente la validità dei suoi cinque palloni d’oro. Poco importa se ci sia ancora chi pone in secondo piano l’efficacia di certe prestazioni per alimentare uno sterile dibattito su chi sia davvero il giocatore più forte del mondo. Serate come queste, prestazioni come queste, triplette come queste svuotano di ogni significato qualsiasi diatriba, qualsiasi capriccio da tifosi insoddisfatti.
UOMINI FORTI, DESTINI FORTI
Bisogna fermarsi ed ammirare, adulare, idolatrare queste personalità, che daranno sempre una via di conforto, anche quando tutto sembra perso. Anche quando sembra che la montagna da scalare sia troppo alta. Ironico (e anche un po’ provocatorio) che debba essere la frase di un uomo tanto lontano dall’ambiente Juventus a dare un taglio filosofico ad una serata epocale, che fa il conto, in quanto ad emozioni, con l’enorme delusione dello scorso anno. Cristiano Ronaldo ha tolto, Cristiano Ronaldo ha dato: è per questo che è stato preso, lui stesso lo ha detto. Il bruciante rigore del Bernabeu non aveva chiuso un ciclo, ma aveva aperto un altro cerchio, chiusosi questa sera con il sigillo dell’85’. Uomini così forti non possono che avere destini forti: più forti di qualsiasi pronostico, di qualsiasi delusione. Più forti anche di quegli altri uomini, che mascherano le proprie debolezze dietro una sconsiderata e inopportuna superbia. I loro destini saranno per sempre deboli: non c’è altra strada.
Vincenzo Marotta