SFIDA SCUDETTO – Con la Roma abbiamo perso perché ancora nelle fasi iniziali, questione di preparazione, di trasferte importanti come Shanghai. Affrontare la seconda alla seconda giornata non è un alibi, ma la Lega ne potrebbe tenere conto. Se giochi un match del genere a fine mercato, non è un bello spot: non c’era la Juve definitiva. Ha vinto la Roma, onore a loro: ma son tre punti. Oggi partiamo con un -6, la Juve deve riprenderli.
OSCAR MERCATO – È condizionato da alcune situazioni. La Juve c’è, abbiamo cambiato però mantenendo una squadra forte. Le vittorie si costruiscono con una continuità di presenza di determinati giocatori. Abbiamo sempre avuto un gruppo omogeneo, è questa la nostra forza. Anche oltre la forza dei giocatori. Credo che si è mossa meglio, cambiando tanto, l’Inter: ha una squadra competitiva. La Roma ha cambiato poco, ma era già forte. Scelgo l’Inter, però dovrà confermarsi.
POGBA – Confermare una squadra vincente è già un grosso acquisto di mercato. Quando ti trovi offerte che si aggirano attorno ai cento milioni, da club importantissimi, traballi. La Juve vuole vincere: per questo l’ha trattenuto.
NOME NUOVO – Cavani? Siamo ambiziosi, abbiamo obiettivi utopistici. Andiamo vicino a giocatori che guadagnano tanto, con diritti sportivi elevati o con buon ambientamento nei loro club d’appartenenza. Non faccio nomi: ma accanto ai giovani volevano prendere un colpo importante.
GRIGLIA CAMPIONATO – I rimpianti? Possono essere tanti, alcuni nomi non sono usciti. Poi quando ci siamo affacciati, la porta si è chiusa. Hamsik è un giocatore che faceva soprattutto al caso nostro: noi vogliamo subito lo scudetto. E quando un giocatore conosce come guadagnarsi i punti sui piccoli campi è solo un vantaggio. Il giocatore straniero ha invece bisogno di tempo. Il campionato è strano: basta guardare la classifica. Galliani ha detto che il calcio d’agosto non è quello di maggio, ma costruire una squadra con un gruppo italiano o di giocatori calcisticamente cresciuti in Italia, ecco che è già un vantaggio.
L’ALLENATORE – Dovrà gestire il gruppo, ma ha tanti compiti. Deve trasformare un gruppo in una squadra: è fondamentale. Le ambizioni sono determinanti, soprattutto se non puoi contare più su elementi dalla forte personalità. Penso a Pirlo, a Tevez: trasmettevano certezze che oggi il gruppo deve ritrovare. E deve farlo attraverso la compattezza.
FAIR PLAY FINANZIARIO – Innanzitutto sul FPF sarebbe un discorso lungo, prima vengono stabilite le leggi, poi c’è sempre la possibilità di raggirarlo. Dev’essere ancora applicato bene, per ora controlliamo perplessi questo nuovo strumento. Il management deve raggiungere prima gli obiettivi sportivi, passando attraverso un bilancio. Così si giustificano alcune plusvalenze, che non devono dare scandalo: le società solide riescono a vincere. Le altre no. L’obiettivo è vincere attraverso un percorso finanziario sempre. Le partenze però hanno dato pochi ricavi, ma siamo davanti ad un mercato che può solo crescere. L’esempio è della Premier: i prezzi normali di oggi, ieri sarebbero stati da pazzi. La performance dell’anno scorso di Pogba ora ci dimostra che 100 milioni forse non basterebbero.
SQUADRA VINCENTE – Abbiamo costruito un gruppo guardando anche al progetto: dobbiamo gestire il patrimonio, tecnico ed economico. Abbiamo investito su questo gruppo: sono sicuro che farà benissimo nei prossimi anni. Molti giocatori stanno crescendo a vista d’occhio, sono tutti giovani interessanti. Deve crescere l’esperienza. Anno di transizione? No, grazie. Dobbiamo continuare a vincere come abbiamo fatto. Vittoria è sinonimo di logorio: c’è il rischio di appagamento. Ma sono certo che tecnicamente abbiamo un gruppo forte, dobbiamo inculcare la mentalità vincente.
DRAXLER – C’è una visione pessimistica di quanto fatto. Partire così è un po’ un handicap, ma questo è stato l’anno in cui abbiamo cambiato tanto. Non importa: ora tocca colmarlo. Sono estremamente convinto di poter ribaltare le cose, e così tutti gli attori bianconeri. Draxler? Il calcio è ricco di dinamiche mediatiche: avete cavalcato ciò di cui sapevate. Poi c’erano le trattative sergrete, come Hamsik: abbiamo sentito dieci volte De Laurentiis. Su Draxler c’erano impossibilità oggettive: lì non si capiva con chi trattare, chi affrontare. Era complicato interagire con quella società, la Juve invece mantiene ottimi contatti con chiunque. Tant’è che ci siamo tirati indietro: richiedevano una cifra sproporzionata e il giocatore non voleva venire. Lui è un ragazzo molto giovane, di qualità, ma noi vogliamo vincere già quest’anno. Il compito più difficile è formare una squadra, passando dal gruppo. Non sono preoccupato dalle caratteristiche dei giocatori, questo è un gruppo che può essere camaleontico: forse è la prima volta che si può fare. Dobbiamo inculcare personalità, motivazioni ed anima vincente a questo gruppo.
SODDISFAZIONE – Tutti soddisfatti. Innanzitutto ringrazio tutti i collaboratori, soprattutto Fabio Paratici. Abbiamo costruito un gruppo vincente, considerando alcune cose: fare meglio dello scorso anno è difficile, dovremmo vincere la Champions più altri due trofei. Per il resto, l’addio dei top era impossibile da colmare: questione di personalità, d’esperienza, di palmarés. Penso a Pirlo, leader silenzioso. Sostituirli non era facile, la società però resta, ogni altra cosa passa. Tocca alla società dare continuità: abbiamo allestito questo gruppo mixando giovani e meno giovani. Credo che una squadra molto giovane non può vincere nulla. Il difficile è questo.
Nella sala stampa dello Juventus Stadium, ecco Beppe Marotta.
Live a cura di Cristiano Corbo