Quel suo famoso “Non dire gatto se non l’hai nel sacco” tradotto in un inglese piuttosto discutibile fece storia, e va detto che anche lui lo ricorda con una certa autoironia. Non è un caso, dunque, che Giovanni Trapattoni abbia intitolato la sua autobiografia proprio “Non dire gatto”: presentata ieri con una certa emozione a Torino, lo storico allenatore bianconero è stato intervistato dai colleghi di La Stampa.
ANNI D’ORO – “A Torino mi sento a casa, qui ho vissuto i momenti più belli della mia vita. Ero un allenatore sconosciuto e sono arrivato in cima al mondo grazie a Boniperti. La coppa Intercontinentale è stato il successo più bello, perché incoronò la Juve a livello mondiale dopo aver vinto tutto. Anche se a quella partita ci arrivammo poco dopo l’Heysel: faccio fatica a pensare di aver vissuto la parte più bella e quella più brutta della mia carriera a distanza di pochi mesi. La Juve mi ha dato tutto: non solo la gloria, qui ho ricevuto anche l’imprimatur per andare ovunque con la giusta forza”.
ALLEGRI – “Usa la testa e si vedeva già da giocatore: l’ho allenato per pochi mesi. Sono felice per quello che sta facendo alla Juve, vincere tutto in Italia e arrivare in finale di Champions al primo tentativo non è da tutti”.
NON DIRE GATTO… – “Chi pensa che la Juve sia fuori dalla lotta scudetto è fuori strada: il gatto non è nel sacco. Lo vedo nell’atteggiamento dei giocatori, Allegri è bravo ed intelligente. In Serie A c’è sempre più un’ostilità conflittuale per la Juve: le difficoltà non sono solo gli avversari, ma anche gli ambienti. I bianconeri hanno un DNA preciso e solido, competeranno fino alla fine. L’arma in più potrebbe essere Morata e il suo fiuto del gol”.
PLATINI – “Platini radiato? Seguo la situazione e mi auguro che non accada mai. Spero si possa fare chiarezza e che lui possa occupare quel ruolo di numero uno al mondo che ha già occupato da calciatore”.