È impossibile, nella vita è impossibile non scegliere. Arriva prima o poi, per tutti, il momento di decidere da che parte stare, il momento di schierarsi contro o a favore di qualcuno o qualcosa. I dubbi, anche se ragionevoli, ad un certo punto vanno sciolti e, allora, io sciolgo i miei, se mai ne avessi avuti, e mi schiero dalla parte di un uomo di mare, un uomo di calcio, nato l’11 agosto 1967 a Livorno, oggi allenatore della Juventus, all’anagrafe Massimiliano Allegri, “Max” o “Acciughina” per gli amici. Dico, allora, forte: “Io sto con Max”. Volete sapere il perché ?
I NUMERI – “Io sto con Max”, perché è un allenatore vincente, e non lo dico io, ma le statistiche. Negli anni rossoneri, 2010-2014, Allegri ha permesso alla società di via Aldo Rossi di arricchire la bacheca con una Supercoppa e uno Scudetto, e ai diavoli di partecipare sempre all’Europa che conta, agganciando, anche, un terzo posto miracoloso, prima dello sciagurato esonero, l’anno successivo. Il suo secondo anno in bianconero si è aperto con il trionfo in Supercoppa, ciliegina sulla torta imbastita nel primo, dove ha saputo tenere il ritmo, innalzandolo, del famelico predecessore, conquistando un altro Scudetto, una Coppa Italia (la decima), che sfuggiva dal 1995, e una finale di Champions, la prima dopo Lippi.
COSA GIUSTA AL MOMENTO GIUSTO – “Io sto con Max”, perché ha le idee giuste e il giusto senso pratico, il livornese ha saputo in questi anni adattare sempre le sue squadre agli uomini a disposizione, e questi ultimi spesso si sono ritrovati ad avere doti sconosciute. Domandate a Nocerino che a Milano si ritrovò a firmare ben undici reti in un solo anno, o a Boateng “top player” solo negli anni rossoneri. Le intuizioni hanno avuto, poi, seguito sotto la Mole, basti pensare all’inserimento, vincente, di Sturaro nell’undici titolare contro il Real, Vidal trequartista, Marchisio in cabina di regia e Barzagli terzino nell’ibrido, nato per ovviare i problemi tattici e le defezioni.
GIOCO, RIVOLUZIONE E INTEGRAZIONE– “Io sto con Max”, perché le critiche sulla mancata identità di gioco, non ancora trovata in questa stagione, dovrebbero tener conto di molti fattori, invece che soffermarsi sulla mancanza di polso del tecnico. Le critiche dovrebbero tener conto della rivoluzione estiva attuata dalla società, dell’organico rivoluzionato pressoché del cinquanta percento, dieci i volti nuovi, dieci le partenze (tra cui quelle dei senatori e leader Tevez, Vidal, Pirlo, Llorente), dovrebbero tener conto degli infortuni, delle soste per le nazionali, che ogni volta lasciano il deserto a Vinovo e rallentano il processo d’integrazione dei nuovi arrivi.
IL TREQUARTISTA MANCANTE – “Io sto con Max”, perché il mercato ha fatto saltare tutti i suoi piani, tutte le sue idee tecnico-tattiche, e adesso si ritrova a cacciare il coniglio dal cilindro. “Acciughina” voleva un trequartista, “Tranquillo” gli è stato detto, arriva Sneijder, no Isco, anzi Oscar, Draxler è quasi fatto: sono arrivati Cuadrado, un’ala, e Hernanes, visibilmente inadatto. Il colombiano e il brasiliano hanno reso il 4-3-1-2, modulo più caro e vicino all’idea di gioco del livornese, un’opzione impraticabile.
PERSONALITÀ – “Io sto con Max”, perché ci mette sempre la faccia, lo fa quando le cose vanno bene, concedendo i meriti ai suoi ragazzi, e quando vanno tutte per il verso storto, addossandosi ogni responsabilità.
INFORTUNI – “Io sto con Max”, perché è stupida l’equazione Allegri=Infortuni, e Max nell’ultima conferenza è stato lucidissimo e preparatissimo sulla questione: “Rispetto all’anno scorso abbiamo un paio di infortuni in più, abbiamo analizzato quali giocatori sono stati colpiti e abbiamo le idee molto chiare. Sono 16 infortuni, tra cui 11 infortuni muscolari, 5 sono da sovraccarico. L’anno scorso, in questo periodo, gli infortuni muscolari erano 11, di cui 10 muscolari e uno da sovraccarico. L’anno scorso gli infortuni muscolari oltre i 30 giorni erano 5, quest’anno 2. A livello di dati non siamo i peggiori, siamo a metà classifica..”
JOYA – “Io sto con Max”, perché Dybala va fatto crescere come è stato fatto con Morata. Paulo è un crack, l’ha dimostrato anche ieri sera, e apparirà, tra qualche anno, nell’olimpo dei migliori ma ha bisogno del giusto tempo. L’argentino, la stagione scorsa, a Palermo agiva da prima punta, con tutti i rosanero e Vazquez a suo totale servizio, a Torino è diverso, si ritrova in una grande squadra, e deve imparare a giocare per e con i compagni, deve imparare ad agire da prima ma anche da seconda punta, quando è il caso, deve diventare più presente e più grosso fisicamente, deve, insomma, semplicemente crescere.
RUGANI – “Io sto con Max”, perché Rugani sarà il futuro della difesa bianconera, sarà il futuro della nazionale, ma il fato gli si è messo contro. Nessuno poteva preventivare uno scioccante inizio di stagione, nessuno, e quando si è in difficoltà ci si affida a quel che si ha di più sicuro. Allegri si è affidato alla sua difesa, ai suoi leader, a Barzagli, Bonucci e Chiellini, coloro che hanno eretto il muro difensivo durante gli ultimi quattro anni di vittoriose guerre e che ora devono tenerlo su contro le scorribande nemiche, dando sicurezza ai compagni, farli fuori, adesso, sarebbe un azzardo e ne scaturirebbe un contraccolpo psicologico. Daniele ne è conscio, passata la tempesta, arriverà il suo momento.
MENTALITÀ EUROPEA – “Io sto con Max”, perché ha fatto compiere alla Juve il salto di qualità in Champions, riportando la Vecchia Signora a calcare i palcoscenici di gala. Durante il suo primo anno i bianconeri hanno partecipato ad una finale che mancava dal 2003, ed oggi, a due partite dalla fine del girone, è già con un piede agli ottavi. “Io sto Max” perché i match contro il Dortmund e il Real resteranno nella storia, e perché quello contro il Barcellona ha detto all’Europa: “Il calcio italiano è più vivo che mai, e voi avete avuto, anche se solo per poco, paura di perderla questa finale”.
Penso l’avrete proprio capito: “Io sto con Max”. Fidiamoci di quest’uomo di mare e di calcio.
Carlo Iacono