La vera forza della Juventus? L’alchimia dei reparti

Minuto 30, milioni di Juventini davanti alla Tv per osservare la prima gara di Ronaldo in Champions con la maglia bianconera, Felix Brych, arbitro tedesco, estrae quel cartellino rosso sangue che fa raggelare nelle vene quel liquido rosso che mantiene in vita milioni di tifosi e non. Per alcune manciate di secondi si blocca tutto, sussiste un clamoroso black-out all’ ”Estadio de Mestalla”. Ronaldo abbandona il campo in lacrime, distrutto da una sanzione esagerata ai suoi danni. 

Una partita come le altre, seppur in uno stadio ricco di insidie, si è tramutata in un’impresa, o miracolo come meglio volete dire, dal sapore veramente dolce.

69 i minuti in cui la Juventus ha dovuto lottare contro l’arbitro Brych,  il Valencia, e tutto il pubblico del Mestala, veramente molto caldo e indemoniato.

Una partita veramente di spessore da parte degli uomini di Allegri, che sì si sono difesi, ma allo stesso tempo hanno anche saputo infrangere il muro dei pipistrelli per esultare due volte, con una ferocia da grande squadra. 

Per comprendere l’apporto, che l’intera squadra ha dato, per portare a casa i tre punti, che significano veramente tanto, basta chiedere a Bernardeschi, che nel match di questa sera, ha fatto su e giù, su una fascia calcata dai suoi tacchetti, per centinaia di volte. Sempre sulla stessa sponda di campo si  è destata la performance di Joao Cancelo, che dopo aver trovato la convocazione in nazionale dopo 10 mesi, ha incontrato di nuovo anche i suoi ex compagni e le mura, ormai ex amiche. Il Portoghese senza essere tramortito dal “ritorno a casa”, ha impacchettato un mix di costanza, intraprendenza e innumerevoli Kilometri percorsi. Dal terzino destro ci possiamo spostare verso il centro, la coppia degli stopper, titolari ormai da molteplici gare, hanno saputo guidare, per più di 60 minuti una squadra sotto attacco. Bonucci ha preso in mano le redini della truppa e l’ha condotta in salvo oltre la linea nemica. Chiellini, senza mai indietreggiare, si è rimboccato le maniche più volte, e sotto bombardamento aereo ha distrutto ogni offensiva portata da Rodrigo e compagnia. Alex Sandro ha completato il reparto dei quattro riuscendo a disinnescare le incursioni pericolose dei valencianos, non spingendo come Cancelo ma superando a pieni voti una prova allettante ma complicata. Non si può tralasciare dal sottolineare la prestazioni di Wojciech Szczęsny, il polacco si è distinto per coraggio e preparazione su tipi di traiettorie non impossibili ma potenti; la ciliegina sulla torta, con scritta Champions, è stata l’egregia parata sul rigore, al gong, di Parejo, ben disinnescato.

Occorre sottolineare l’alchimia tra i reparti che stasera è stata evidenziata sommamente per tutto l’arco dell’incontro, basta passare sotto la lente di ingrandimento la compattezza che il centrocampo bianconero(Pjanic, Can, Khedira prima e poi Matuidi) ha tenuto con la difesa. Una prova così, forse, è arrivata nel momento giusto della stagione, malgrado l’espulsione di Ronaldo. Mi spingo oltre, azzardando dico che: “ci voleva”. Serviva un test diverso da solito, le consuete certezze della Juventus questa sera sono state messe allo scoperto per raggiungere altre certezze, le quali nell’ultimo tempo erano state offuscate dai goal subiti con Chievo, Parma e Sassuolo. Questa sera la Juventus ha avuto un incontro faccia a faccia con il Valencia, come in uno scontro 1 vs 1 nel vecchio West, ha estratto per prima la pistola, ferendo e poi distruggendo la squadra spagnola, riuscendo a respingere un’offensiva che si poteva tramutare in disfatta. Forza del gruppo riconquistata!

 

Di Francesco Rossi

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