Il cuore è l’essenza del calcio

Minuto 86, San Siro, Inter 2 Juventus 1. Si potevano contare sulle dita di una sola mano i tifosi bianconeri che non credevano che fosse tutto finito: partita, stagione, il ciclo di Allegri. Sono bastati circa 120 secondi per passare dall’Inferno al Paradiso, percorso compiuto già all’inizio del secondo tempo, ma al contrario.

COL CUORE

Sembrava una Juve stanca mentalmente più che fisicamente, anche se la condizione continua a non sembrare brillantissima. Nemmeno l’ingresso di Dybala, per quanto avesse portato delle idee, aveva ravvivato la squadra. Un lampo, una giocata, anche un tocco della dea bendata sul tiro-cross di Cuadrado a riaccendere gli animi di un ambiente che stava andando al collasso. La zuccata di Higuain, uno che di testa non segna praticamente mai, è stata l’apoteosi per il tifo bianconero, tale da far esultare anche Massimiliano Allegri. Un pallone spinto dentro col cuore, con la voglia di chi non ha nessuna intenzione di mollare un tricolore che fino a una settimana fa sembrava cucito sul cuore.

E ORA?

Non è mica finita qui. Mancano ancora 3 partite, di cui una, a Roma contro i giallorossi, sembra proprio essere quella del giudizio. La Juventus ha fatto un favore alla banda di Di Francesco, battendo l’Inter e permettendo, dunque, ai capitolini di salire a +4 sui nerazzurri. Ma di certo Allegri e soci non si aspetteranno vita facile, tra due settimane. Prima ci saranno Bologna e Milan, nella finale di Coppa Italia. Quale dovrà essere il leitmotiv di questo finale di stagione? Lo stesso dei 2 minuti di San Siro: il cuore, l’orgoglio di indossare la maglia bianconera. Al di là di tutto, al di là di tutti. Perché la Juventus vista tra l’87’ e l’89’ al Meazza ha tutto quello che un tifoso bianconero può sperare.

E non deve smettere di crederci: mai.

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