Tristezza a palate

Ci credevano i tifosi della Juve. Ci volevano credere, perché se non ci si crede diventa anche inutile provarci. Sei la Juventus e devi confrontarti con i migliori se vuoi appartenere all’élite del calcio che conta. Non serve la paura, non servono i reverenziali timori del caso: ci vuole concretezza, qualità e voglia di vincere. Se poi i tuoi sogni sono troppo grandi per essere raggiungibili, lascia perdere. Se invece ti trovi in ballo, allora devi ballare.

Si comincia come lo scorso anno: i soliti discorsi sulla mentalità e sulla fiducia in sé stessi, la voglia di sorprendere il Real, il vantaggio di una stagione non così galactica per i galacticos. Dati, statistiche e fuffa varia che quando l’arbitro fischia il calcio d’inizio, valgono come i coriandoli al termine del carnevale. Pronti via? Il Real sì, la Juve no. C’è subito il gol di Ronaldo, subito un regalo che la squadra di Allegri non aveva pensato di confezionare. Poi uno strano equilibrio: ci sono occasioni per Higuain e Bentancur, ma anche la traversa di Kroos e la rasoiata di CR7. Oggi però i bianconeri hanno voglia di fare beneficenza: Pasqua e il Pesce d’aprile sono passati, per non parlare del 25 dicembre, eppure la difesa si traveste da Babbo Natale, regalando alla gioia degli occhi dei calciofili il supremo raddoppio di Cristiano Ronaldo. Non solo la difesa però, pure Dybala si lascia coinvolgere dall’atmosfera natalizia e vede rosso. Il 3-0 è la conseguenza (e un altro regalo della difesa) di una squadra affossata nel cuore e nell’animo.

Contro le big Barcellona e Real sono arrivati tre incontri in cui la Juventus ha totalizzato sei gol subiti e zero realizzati. C’è quasi da essere contenti in casa bianconera per non averne presi di più. Ma soprattutto la sensazione di essere ancora un passo indietro rispetto alle migliori squadre d’Europa. Inutile chiedersi se la lezione di Cardiff è stata assimilata, inutile chiedersi come muoversi nel mercato. Ancora non si è giocato il ritorno, ma l’idea di vincere 3-0 al Bernabeu è un tantino azzardata. La sensazione è che la qualificazione è già andata. Adesso serve tornare con la testa in Italia e provare a vincere campionato e Coppa Italia. Che tristezza rimanere sempre nei confini italici vero?

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