Un giorno la dirigenza juventina chiese a Rita Guarino chi voleva acquistare. Se alleni la Juventus, è facile che ogni tuo desiderio diventi un ordine. Rita ci pensò su, poi fece due nomi: Benedetta Glionna e Sofia Cantore. Le ha allenate entrambe nelle giovanili della Nazionale, ha visto la loro crescita e non ha dubbi su quanto possano fare bene in una squadra smaniosa di vittoria come la Juve. Perché anche se si tratta di Women, per di più al primo anno di vita, Guarino sa cosa serve per vincere.
Cinque attaccanti in rosa, tre posti in palio ogni partita. Glionna in, Cantore out: questo è quello che succede quasi ad ogni partita. Quasi, appunto: contro il Pink Bari era toccato a Sofia prendere il posto di Franssi al centro dell’attacco. Una bella occasione per farsi vedere e farsi notare, ma la prestazione che verrà fuori non sarà granché. Deve aspettare Sofia, con pazienza e senza perdere di vista la sua crescita.
Si ritaglia spazi sugli esterni, dove la sua velocità torna decisamente utile alle manovre bianconere. Le tre davanti però, sono intoccabili: “Bonansea, Franssi e Glionna” diventa sempre più un mantra. A volte capita addirittura di trovarla in tribuna Sofia, magari in compagnia delle ragazze della Primavera. Scherza con tutte, ma in fondo non vuole essere lì con loro, ma pochi metri più in là, a calpestare quel prato verde con una maglia bianconera addosso.
Si gioca lunedì sera a Verona. La sua quasi gemella Glionna non c’è, neppure in panchina. In campo però va Zelem, una centrocampista. Cantore deve ancora una volta accomodarsi tra le riserve. Fino a quando la sua allenatrice le dice che è il suo momento: anche oggi le toccano gli ultimi scampoli di partita. Poi però, accade quello che non ti aspetti: Ambrosi sguscia male la palla, che si libra in aria verso l’area. Sofia è sola e non si lascia intimidire: corre, è quello che le riesce meglio. Arriva sul pallone, davanti a lei il portiere Lemey, grande e grossa come una montagna in quel momento. Non abbastanza per evitare a Sofia la sua prima gioia in campionato.
Se dovessi scegliere una canzone per rappresentarla sarebbe “It’s a long way to the top (if you wanna rock n’ roll)” degli AC/DC. Dietro al suo viso da bambina c’è una guerriera pronta a combattere. La strada però è ancora lunga: l’unica cosa da fare è correre.
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