Quanto può pesare un minuto? Tanto. Tantissimo, se s’ammassano senza soluzione di continuità. Per informazioni chiedere a Paulo Dybala, che è riuscito a spazzarli via solo col Tottenham. Dal Galles all’Inghilterra, da Cardiff a Londra, quasi a chiudere un cerchio.
Quanto può pesare un gol?
Eppure i primi sessanta minuti erano stati uno schizzo sbiadito del talento del numero dieci. Eppure la tormenta di parole e paroloni stava iniziando a montare. Poi, il gol: che, va bene, non cambia la prestazione, ma è un grosso respiro di fiducia a pieni polmoni.
Un solo tiro in porta, due tocchi in area di rigore: cinismo da punta vera, come ci ha abituato a vedere nella prima parte di stagione. La crescita è anche questa roba qui, lasciando filtrare quello spirito Juve che può davvero portarlo al “piano superiore”.
Non segnava in Champions League dall’11 aprile 2017, Paulo. In quella che è stata la miglior serata della sua carriera, aveva fatto sognare. E aveva piegato lui, Lionel Messi, quello che aveva ammirato e continua a guardare innamorato.
Il fantasma della cattedrale di Cardiff
La maledetta notte di Cardiff, un po’ come per tutti, è stata un risveglio brusco. Uno di quelli inspiegabili, che prende a schiaffi e non dà spiegazioni. Quelli in cui ti giri e rigiri nel letto, sudato, tormentato da un fantasma asfissiante.
Senza girarci troppo intorno, il fantasma gallese ha continuato a perseguitare Dybala. Mai davvero incisivo nel palcoscenico dei grandi, mai al livello che gli spetta. Come se qualcosa nei suoi occhi da fenomeno smettesse di brillare alla luce più radiosa di tutte.
Verso Kiev, direzione Russia
L’augurio a un ragazzo comunque speciale è che Wembley sia solo un punto di partenza. Come per la Juventus, d’altronde, che dalla serata londinese va via con tante certezze: c’è da lavorare e recuperare, ma anche da gonfiare il petto.
La strada per Kiev sarà in salita, lunga e tortuosa. Serviranno tutti, certo, ma Paulo Dybala ha il dovere di prendersi le responsabilità che il talento gli concede. Insieme a un Gonzalo Higuaín così, generoso e spietato, ci sarà da divertirsi.
Non è l’ultima prova di maturità per Paulo, ma potrebbe essere quella più importante. Anche perché da questo finale di stagione passa il Mondiale in Russia, non scontato, vista la concorrenza. Prendersi definitivamente il ruolo di protagonista in Europa gli darà, senza dubbio, una corsia preferenziale.
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