Allegri vattene?

Il tifoso medio italiano è mediamente riconducibile alle banderuole. No, non si pensi ad un vezzeggiativo di bandiera. Servendoci del dizionario Treccani potremmo definire banderuola “una persona volubile, che muta opinione e partito con troppa facilità. Perché quest’accostamento? Beh, è semplice.

CI VUOLE SEMPRE TANTA “HALMA”

È assolutamente un diritto inviolabile dell’uomo (e quindi del tifoso) quello di poter criticare con qualsiasi mezzo di divulgazione. Lo stabilisce anche l’articolo 21 della nostra Costituzione. Spesso, però, le critiche sono preventive e banalmente motivate. Dopo il 7-0 al Sassuolo sarà facile scovare tra gli angoli del web elogi qualunquistici a Max Allegri, artefice – anche se “innanzitutto bisogna fare i complimenti ai ragazzi” – di questa vittoria e prestazione. È altrettanto facile però trovare commenti negativi sul mister bianconero quando la sua Juventus vince gestendo e magari non brillando.

Dopo l’1-0 al Genoa, che ha pur sempre portato 3 punti alla Juventus e non 2 perché latitante del “bel gioco”, il maxiprocesso del web ha imputato ad Allegri le colpe della prestazione sottotono, invitandolo gentilmente a lasciare la panchina di Madama. In quell’occasione, si sa bene, la Juventus arrivava da allenamenti duri e logoranti, con gambe pesanti per la ripresa della condizione dopo il relax della Maldive. L’obiettivo è, comunque, stato sempre e solo uno: conquistare i tre punti per essere a marzo in corsa per tutti e tre i fronti. Detto, fatto. Le prestazioni poi, anche questo è risaputo, per le squadre di Allegri tendono sempre ad arrivare in ritardo ma sempre nel momento clou, e questo col Sassuolo non è altro che antipasto. Momento clou: chiamatelo somaro ed incapace!

GESTIONE DEL GRUPPO (E DEGLI INFORTUNI) DI ALLEGRI

Vi siete mai chiesti che posto in classifica avrebbe occupato il Napoli – oppure Inter, Roma, Milan – se fosse stata martoriata da tutti questi infortuni? Probabilmente se avesse perso Koulibaly (Barzagli), Albiol (Rugani), Allan (Matuidi), Hamsik (Khedira), Mertens (Dybala), Callejon (Cuadrado) e Insigne (Douglas Costa) oggi Sarri starebbe giocando davanti a Reina e De Laurentiis da prima punta. Il merito per questo va assolutamente a Marotta e Paratici per aver allestito una rosa dal potenziale incredibile, ma non si consideri la gestione del gruppo di Allegri come un merito di secondo piano. Se oggi la Juventus può disporre di 23 titolari gran parte del merito va al tecnico di Livorno. E questa diventa una componente essenziale quando ti ritrovi in lotta per tre trofei. Servono energie – mentali e fisiche – e lui sa bene come gestirle e farle ruotare.

Gestire, preservare, ruotare, vincere. Pochi sanno far questo come Allegri. Probabilmente però qualcuno, qualche banderuola, lo capirà troppo tardi.

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