Mattia Perin è uscito benissimo dal Derby della Mole: un clean sheet che dimostra, ancora, come sia a tutti gli effetti una garanzia.
Mattia Perin sarà pure il cosiddetto secondo portiere della Juventus, dietro a Michele Di Gregorio, ma tutti concorderanno con il pensare che l’estremo difensore sia al 100% una garanzia: in una Torino bianconera a metterci la firma è stato anche il classe 1992. Difficilmente qualsiasi altro allenatore di qualsiasi altra squadra di Serie A farebbe sedere un portiere così in panchina.
Che Perin sia una presenza imprescindibile in casa Juventus non ci sono più dubbi. Dall’estremo difensore bianconero mai una parola fuori posto, mai una polemica: solamente impegno, lavoro sodo e attaccamento alla maglia. Tutti elementi che lo stesso Thiago Motta tiene decisamente in considerazione e che premia, anche facendogli giocare partite di rilievo come quella di questa sera. Come il Derby della Mole.
È vero, Perin è stato poco impegnato a Torino in questo sabato sera di novembre eppure chiudere con un clean sheet il derby contro i granata non è mai un dato banale. È qualcosa da sottolineare, perché significa esserci. Significa dare solidità ad un intero reparto. È stato lui stesso a richiamare i suoi compagni dopo il 2-0 in un momento caratterizzato in area bianconera da un calo di attenzione. Questa si chiama mentalità.
Perin uomo in più di Thiago Motta
Non è un caso se Mattia è stato premiato come migliore in campo contro il Lispia in Champions League, per un’eccellente gara giocata nonostante il gol subito in quell’occasione. Ecco, nel derby è stato meno impegnato in grandi parate. Però c’è stato ed esserci non è sempre scontato.
Perin è uno di quei giocatori che non devono essere dati per scontati perché rappresentano una garanzia, sono leader silenziosi ma presenti. Quel qualcosa che al giorno d’oggi è sempre tanto, forse troppo, complicato da trovare.