Dopo un inizio in grande ascesa, la nuova Juve di Thiago Motta ha iniziato a mostrare qualche piccola crepa. Si respira però fiducia, ma l0ex non ha dubbi: manca ancora qualcosa.
Ad agosto ha preso avvio la stagione della rinascita per la Juventus, che dopo tre anni vissuti in sordina e fra non pochi scossoni, vuole ritrovare la via verso il vertice. A capo di questa rivoluzione in avanti c’è Cristiano Giuntoli, che dietro le quinte dell’universo zebrato muove i fili di una squadra sempre più giovane e sorprendente.
Ad accompagnarlo in questo percorso, l’ex dirigente partenopeo ha scelto Thiago Motta che, dopo una stagione straordinaria alla guida del Bologna, ha deciso di cambiare aria e di puntare ancora più in alto con la maglia zebrata. Una missione carica di responsabilità, ma che l’italo brasiliano ha subito sentito sua.
D’altronde il feeling con la Continassa e tutta la storia bianconera si è percepito subito, sia ad inizio preparazione che nel corso di questi primi mesi, nonostante qualche piccolo stop. Per cui, tuttavia, non è necessario panico. Ai ragazzi di mister Motta manca solo un ingrediente: a dirlo è proprio un ex.
Una Juve in una veste rinnovata e rivoluzionaria ha fatto parecchio discutere sino ad ora. A partire dai mesi più caldi dell’anno, visto l’assoluto protagonismo nel calciomercato. Ma anche e soprattutto su rettangolo di gioco, dove subito sono emersi punti di forza e criticità.
Tra coloro che hanno commentato quanto accaduto negli ultimi mesi a Torino c’è mister Rafa Benitez, che ha espresso un suo pensiero sull’edizione odierna de La Gazzetta dello Sport. Lo spagnolo ha parlato del risultato che i ragazzi di Motta hanno portato a casa dopo l’ultimo scontro di Champions League:
Serviva una reazione che aiutasse a dimenticare la sconfitta con lo Stoccarda e il pareggio con il Lilla ha questo potere: restituire fiducia a una squadra che sta vivendo un momento di assoluto cambiamento. Le transizioni hanno necessità di un periodo fisiologico che consenta di apprendere.
Parole d’ordine, dunque, restano fiducia e tempo. D’altronde, dopo un lungo ciclo vincente durato ben nove anni, e dopo tre anni di alti e bassi, serve pazienza per una squadra totalmente rinnovata. Non ci sono più i senatori – eccezion fatta per capitan Danilo – e sempre più voce in capitolo viene data ai giovanissimi, pronti a salire in cattedra dalle fila della Next Gen.
Un percorso lungo e tortuoso, che ora deve fare leva sul punto conquistato contro l’ostico Lille. Con un occhio e mezzo già puntato al Derby di domani sera.