Danilo Juve - SpazioJ (La Presse)
Le telecamere hanno ripreso un giocatore della Juventus riprendere un compagno in occasione del momentaneo 2-1
Nei momenti più complicati può capitare che non ci si trovi bene in campo nemmeno tra compagni. Chiamarla crisi è ancora prematura, ma fatto sta che la Juventus non vince da tre partite tra la sconfitta con lo Stoccarda, il pareggio con l’Inter e quello con il Parma.
Una rotta che dev’essere invertita al più presto perché le altre squadre stanno già scappando: il Napoli è a +7, l’Inter a +3 e l’Atalanta a +1. Se dovessero vincere Fiorentina e Lazio rispettivamente contro Genoa e Como, la Juve scivolerebbe addirittura al sesto posto in classifica.
Uno dei problemi principali di questa Juventus è senza dubbio la difesa e non è un caso che dopo l’infortunio grave di Bremer, rottura del crociato nel match di Champions League contro il Lipsia, i numeri sono letteralmente crollati con otto gol subiti senza il brasiliano titolare.
Quando va tutto bene è facile trovare sintonia in campo. D’altronde vincere aiuta a vincere e quando comincia a mancare il sapore dei tre punti, rischiano di scaldarsi anche gli animi. Un po’ quello che è successo proprio durante la sfida della Juventus contro il Parma in casa.
In occasione del gol del momentaneo 2-1 del Parma firmato Sohm, c’è stato un malinteso difensivo sottolineato anche dalle immagini catturate dalle telecamere dove si vede Danilo dire chiaramente a Gatti: “Ma dov’eri?”, riferendosi ai troppi uomini in maglia crociata da soli in area bianconera.
Anche se questi diverbi sono cose normali da campo, che possono tranquillamente succedere quando si gioca ad alti livelli, evidenziano una situazione di debolezza anche mentale oltre che dal punto di vista difensivo. Insomma, non si può tutti limitare all’assenza di Bremer o a problemi nel reparto arretrato.
Nel post partita tra Juventus e Parma, Thiago Motta ha spiegato chiaramente come l’atteggiamento avuto in campo e i tanti errori tecnici siano stati alla base del cattivo risultato contro gli emiliani, evidenziando come la crescita deve arrivare prima dalla testa e poi dalle gambe.
