La Juventus dal campo di gioco approda direttamente alla Mostra del Cinema di Venezia: ecco tutti i retroscena del progetto che ha portato al documentario ‘Fragile’.
La Juventus è sbarcata anche alla Mostra del Cinema di Venezia dove ha deciso di portare un documentario dal tema decisamente importante e di assoluto rilievo. Il prodotto, nato dallo Juventus Creator Lab Original, è intitolato ‘Fragile’ e ha come protagonista un giocatore bianconero: ecco tutto quello che c’è dietro questa produzione cinematografica.
All’81^ Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia è arrivata anche la Juventus. Il Creator Lab Original ha infatti presentato ‘Fragile’, il documentario che racconta la storia di Nicolò Fagioli e del problema che il ragazzo ha avuto con la ludopatia.
Dell’idea del club, adesso arrivata sotto le luci della ribalta, si sa già da qualche settimana. Ora però sono arrivate anche le dichiarazioni sia di Marco Castellaneta, ovvero dello Juventus Media Director, sia del dottor Paolo Jarre, che è stato ed è ancora oggi lo psicoterapeuta a cui il centrocampista bianconero si è affidato.
La Juventus sbarca alla Mostra del Cinema di Venezia con ‘Fragile’. I retroscena: il lavoro è stato enorme
Marco Castellaneta ha quindi dichiarato: “Siamo contentissimi di essere qua ed emozionati. Ci mettiamo alla prova volentieri. Poter presentare questi progetti è importante, sono progetti complessi in generale ancor più per noi. Produzione di 5 mesi, hanno lavorato 20 persone per 30 ore di girato. Un lavoro enorme“.
“Oggi – ha continuato Castellaneta – siamo contenti di essere a Venezia a raccontare la storia di Nicolò Fagioli. Contenti di averlo fatto, la tematica è delicata, viviamo in un mondo dove queste tematiche non vengono comunicate, magari sono nascoste. Noi siamo contenti di averlo fatto con Nicolò e chi gli sta vicino. Abbiamo voluto raccontare la sua storia perché ci è sembrata un’opportunità per veicolare dei messaggi a chi vive un momento difficile e può essere aiutato“.
Lo psicoterapeuta Paolo Jarre ha poi aggiunto: “Si tende a rappresentare il giocatore come un vizioso o come un grandioso. In realtà è diventato un fenomeno di massa che coinvolge a livello di comportamento problematico quasi 1 milione di persone. Fagioli oggi ha finito il suo debito con la giustizia sportiva ma non la sua terapia. Richiede parecchio tempo. Nicolò sta lavorando”. Il percorso è ancora lungo ma il ragazzo ce la sta mettendo tutta. La Juve, dal canto suo, non perde occasione per stargli vicino e dargli tutto il supporto possibile.