Paolo Maldini parla ai microfoni di Radio Serie A. L’ex difensore del Milan svela un particolare retroscena sulla sua carriera: c’entra la Juventus.
L’ex responsabile dell’area tecnica del Milan, Paolo Maldini è tornato a parlare ad un anno di distanza dal suo addio al club rossonero. La leggenda del calcio mondiale ha rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni dell’emittente ufficiale del campionato di massima serie, Radio Serie A. Sono stati molteplici gli argomenti toccati dalla vecchia gloria della società rossonera nel corso della lunga intervista, tra questi anche un particolare retroscena sulla Juventus.
L’ex direttore del Milan, Paolo Maldini, si è raccontato a tutto tondo nel corso dell’intervista concessa a Radio Serie A. Prima di approdare alla corte del club rossonero e dare vita ad una storica carriera, la vecchia leggenda nutriva un particolare interesse per la Juventus, tanto da seguirla assiduamente. Lo ha svelato lo stesso Paolo Maldini ai microfoni di Radio Serie A.
Il retroscena di Maldini sulla Juventus
Paolo Maldini da giovane era attratto dalla Vecchia Signora. L’ex difensore lo ha svelato ai microfoni di Radio Serie A: “A me piaceva il calcio, sapevo del passato di mio papà e avevo capito cosa aveva fatto, ma la prima competizione che ho visto da amante del calcio era il Mondiale del ’78 che praticamente era la Juventus più Antognoni. Quindi ho seguito la Juventus come se fosse la Nazionale, ma poi ho fatto il provino per il Milan e lì è iniziata la mia storia”.
Paolo Maldini ha parlato proprio di quel provino che gli ha cambiato la vita: “Si poteva fare solo dopo i 10 anni, mi accompagnò mio padre. Non avevo mai giocato a 11 in un campo regolare, mi chiesero il ruolo e non lo sapevo. lo ho chiesto che ruolo ci fosse a disposizione, mi dissero ala destra e io dissi ok. Alla fine un allenatore si avvicinò e mi fece firmare il famoso cartellino che mi legò al Milan per tantissimi anni”.
Maldini ha poi parlato del suo Milan: “Il mio presente? Lo sto vivendo bene, dopo cinque anni intensi. Lo sto vivendo come dopo il mio ritiro, prima che iniziassi l’avventura con il Milan da dirigente. Gratitudine nei confronti del Milan? Sarò sempre riconoscente al Milan e alle persone che ho incontrato lì. Anche nell’ultima mia esperienza non ho finito di imparare. Quando vedi il calcio dall’altra parte, vedi tutto in maniera diversa. Non so se sono custdode del milanismo ma il calcio e il Milan in particolare mi hanno insegnato i principi. È una cosa che va al di là del risultato, è più importante. Quando si parla di una storia ultracentenaria, va studiata e imparata”.
Sulla responsabilità di essere un’icona del Milan: “Quando sei all’interno di una società il ruolo te lo impone ma quando vado in giro mi sento Paolo, non il milanista. Credo che la gente negli anni ti apprezzi come persona, non solo come calciatore. È una questione di disciplina. Il calcio ti dovrebbe insegnare a capire chi vuoi essere”.