Marco Landucci, vice di Massimiliano Allegri, con il quale lavora a stretto contatto da anni, ha rivelato un retroscena riguardante Juve e Fiorentina.
Marco Landucci, vice di Massimiliano Allegri e braccio destro del livornese, sa bene cosa significa portare il peso di grandi responsabilità. Queste ultime rientrano non solo nel ruolo dei giocatori dell’odierna Juventus, ma anche in generale nel vissuto di tutti coloro che praticano sport a livello agonistico. In particolare il calcio, lo sport più seguito in Italia e che richiama milioni di tifosi.
E’ proprio il tifo, a volte, a rappresentare sia il “bello” che il “brutto” del calcio. Perché i tifosi ricordano tutto, le vittorie ma anche gli errori clamorosi che, umanamente, i giocatori possono compiere. Lo sa bene Landucci, che, a tal proposito, ricorda un episodio che gli è rimasto impresso nella mente proprio perché, a distanza di anni, gli viene ancora rinfacciato dai tifosi.
Landucci: “A Firenze mi rinfacciano ancora il gol preso in finale con la Juve”
Marco Landucci, ex portiere e vice di Massimiliano Allegri alla Juventus, ha parlato al Salone del Libro del ruolo del portiere nel calcio moderno. In particolare, ha evidenziato le sfide e le responsabilità del ruolo del portiere nel calcio moderno, sottolineando i cambiamenti avvenuti negli ultimi anni, non solo nelle regole del gioco ma anche nelle aspettative riguardo alle capacità tecniche, inclusa la bravura nel gioco con i piedi. Infine, ha ricordato un episodio che coinvolge Juventus e Fiorentina:
“Il ruolo del portiere è molto difficile, sei ultimo e dopo di te c’è solo la porta. È un ruolo particolare, di grande responsabilità ed è anche complicato perché quando prendi gol resta nella storia. Io quando ero alla Fiorentina ho preso un gol in finale con la Juventus, in Coppa UEFA, da 25 metri. Presi un gol, era una mezza papera, e i tifosi della Fiorentina hanno ricordato sempre quel gol li. Gli errori e i gol che prendi restano. Io avevo fatto una coppa UEFA stupenda però quell’errore lì me lo hanno rinfacciato per tanti anni”.
Infine sul suo mito, Dino Zoff: “Avevo il mito di Zoff, la settimana scorsa l’ho visto a Roma e venuto a trovarci. È una persona stupenda. Era contento e ha fatto un bel discorso ai ragazzi che non tutti conoscevano perché sono passati tanti anni e per me è stata un’emozione vederlo. Era un altro calcio, e io sono cresciuto con quel calcio li che un po’ mi manca”.