In esclusiva a SpazioJ abbiamo avuto il piacere di intervistare Enrico Zambruno, vice direttore di Mola TV.
Con la ripartenza della Serie A alle porte, a SpazioJ abbiamo avuto il piacere di intervistare in esclusiva Enrico Zambruno. Ora vice direttore di Mola TV che, tra le varie competizioni calcistiche, detiene i diritti per trasmettere l’Eredivisie, il Brasileiro, la Primera División argentina, la Copa Libertadores e tanto altro.
Prima di intraprendere quest’avventura, Zambruno è stato per 14 anni la voce di Juventus TV e ha avuto quindi l’opportunità di vivere in prima persona il ciclo vincente straordinario della Vecchia Signora. Esperienza a tinte bianconere che si è conclusa il 28 febbraio 2023, giorno in cui ha raccontato per l’ultima volta la Juventus nel derby contro il Torino vinto per 4-2. Di queste emozioni e tanto altro, Zambruno ha parlato in esclusiva ai nostri microfoni.
ESCLUSIVA SJ – Enrico Zambruno a 360° sulla Juventus: “I miei tre momenti più belli”
Per ben 14 anni hai avuto l’opportunità di commentare e seguire da vicino la tua squadra del cuore, la Juventus, quali sono stati i momenti più belli e quelli più brutti che hai vissuto?
Di questi 14 anni mi tengo tutto. Sono stati 14 anni meravigliosi. Sono stati 14 anni in cui ho vissuto esperienze fantastiche grazie alla Juve. Ho avuto il privilegio di poter raccontare una delle squadre più stellari della storia ultracentenaria della Juve. Sarò sempre riconoscente al club e alla Juve per tutto quello che mi ha dato. Sono stati tanti momenti bellissimi.
Quali sono stati i tre momenti che ti resteranno per sempre impressi?
Sicuramente la semifinale di ritorno di Champions League nel 2015 al Bernabeu contro il Real Madrid quando la Juventus pareggia 1-1 e accede alla finale di Berlino. È stata una cosa veramente emozionante, un qualcosa di straordinario.
Poi direi il primo dei 9 scudetti consecutivi vinto a Trieste. Avevamo vissuto tanta sofferenza. Io non ero ancora alla Juve quando è successo Calciopoli, ma chiaramente ero un tifoso e per me quello è stato lo Scudetto più bello della storia della Juve. È stato lo Scudetto della rinascita, lo Scudetto della rivincita contro l’ingiustizia di Calciopoli e quindi quello fu uno scudetto fantastico: una notte veramente sensazionale.
Il terzo momento è stata la mia prima telecronaca nel 2011. Io sono entrato alla Juve nel 2009 e nel 2011 ho fatto la mia prima telecronaca ufficiale con la prima squadra in Serie A a Lecce. Una partita finita male per la Juve perché fu espulso Buffon dopo pochi minuti e perdiamo 2-0 con i gol di Mesbah e Bertolacci. Però lì fu un momento emozionante. Mai avrei pensato io torinese un giorno di poter essere inviato per la Juve e iniziare questa serie infinita di partite tra Serie A, Champions League, tournée: ho coronato il mio sogno.
ESCLUSIVA SJ – Zambruno: “I tre giocatori passati alla Juventus che mi hanno maggiormente emozionato”
Hai avuto modo di commentare tanti giocatori sensazionali che negli anni hanno indossato la maglia della Juventus, chi sono i tre che ti hanno maggiormente entusiasmato?
Giorgio Chiellini perché per me Giorgio, a parte un giocatore straordinario, è stato un uomo fantastico, un capitano vero, un trascinatore. Giorgio mi emozionava tantissimo. Mi emozionava la sua faccia imperturbabile nello stoppare qualunque tipo di avversario, che fossero fenomeni o giocatori magari sconosciuti affrontati in semplici tournée. Godevo a vederlo con il turbante in testa, mi piaceva commentare Giorgio e tutti i suoi interventi.
Il secondo che mi ha rapito più il cuore da adulto è stato Carlos Tevez. Io un giocatore così trascinante, così cattivo agonisticamente parlando, così forte e così decisivo raramente l’ho visto alla Juve. Tevez non ha fatto 8 anni alla Juve, ne ha fatti due ma sono stati due anni fantastici.
Il terzo che ti dico è Paulo Dybala. Ero a Shangai al suo esordio in Supercoppa Italiana contro la Lazio dove fa quel gol sotto la traversa sul passaggio di Pogba. Io ho ammirato tutte le partite di Paulo Dybala alla Juve, l’ho ammirato in tutta la sua classe estrema. L’ho visto veramente dalla prima all’ultimissima partita: da Juve-Lazio a Juve-Lazio, fino a quel pianto a dirotto sotto la curva. In mezzo c’è stato tutto.
Tutta la crescita di quel ragazzino che arriva molto giovane da Palermo e che nella finale del 2015 era con noi a Berlino nonostante non fosse ancora, ufficialmente, un giocatore della Juve ma va a vedersi la partita per capire cosa significava giocare nella Juve. Sognava di arrivare in finale di Champions e ci è arrivato due anni dopo a Cardiff. Paulo è classe pura, Paulo è l’apoteosi della classe. Il gol a Roma allo scadere all’Olimpico contro la Lazio nel 2018 credo sia stato veramente qualcosa di pazzesco. Paulo veramente mi ha emozionato, un giocatore dalla classe immensa che purtroppo è stato molto sfortunato con gli infortuni. Il suo tocco di palla però è veramente magia pura.
ESCLUSIVA SJ – Zambruno: “Il girone d’andata è stato un miracolo da parte di Max”
Attualmente, è proprio Dybala la figura che sta mancando nella rosa della Juventus?
Penso di no. Alla Juve secondo me manca un po’ più di classe generale all’interno della squadra. Questa è una Juve più operaia, è meno forte rispetto alle altre Juventus che ho avuto la fortuna di commentare. Ha meno classe diffusa tra difesa, centrocampo e attacco. Ha quindi meno qualità. Ha meno esperienza, che è fondamentale nel campionato italiano.
Questa Juventus avrebbe potuto lottare più a lungo per lo Scudetto?
Ora non lotta più per lo Scudetto, ma ci è rimasta fino a gennaio e onestamente speravo che potesse giocarsela al pari con l’Inter, ma non lo pensavo minimamente. Per me il girone d’andata è stato un miracolo da parte di Max. Poi purtroppo l’Inter che è una squadra fortissima, con due squadre a disposizione interscambiabili straordinarie, ha fatto il vuoto dietro di sé e giustamente andrà a vincere lo Scudetto.
Cosa manca alla Vecchia Signora per tornare a vincere?
È una Juve diversa, ma bisogna dare fiducia alla società – che è nuova – in modo che possa riprogrammare una squadra vincente. Si va a cicli. La Juve nel suo ciclo vincente ha fatto una cosa mostruosa che mai nessuno riuscirà più a fare in Serie A. Vincere è già difficile, rivincere e trovare sempre le motivazioni per potersi confermare tutti i giorni in allenamento è una cosa ancora più difficile. Questa squadra verrà celebrata e verrà ricordata come una delle squadre più leggendarie del calcio italiano, lo capiremo meglio solo tra qualche anno.
Nel ciclo vincente, ai bianconeri è mancata la vittoria della Champions League. Secondo te cosa sarebbe servito per vincere la terza?
Quella squadra lì ha incontrato il Barcellona nel 2015, una delle squadre più forti della storia del calcio con Messi, Suarez e Neymar nel loro prime assoluto, e poi due anni dopo quel Real Madrid di Zidane che per me è uno dei Real Madrid più forti nella storia del calcio. In finale hai incontrato due squadre che giustamente ti hanno battuto perché erano più forti ma la Juve non poteva fare nulla di più. Hai meritato di essere lì in finale e onore ai più forti.
Cosa serve per tornare su quei palcoscenici?
Per tornare a giocarsi la Champions League serve un rinnovamento. Nella sua storia la Juve ha sempre rinnovato le squadre dopo grandi cicli. Ci vuole pazienza. Ci vuole un po’ di mestiere da parte di Giuntoli e da parte del club per poter ricollocare i pezzi giusto al posto giusto e quindi mettere esperienza e qualità. La Juve tornerà sicuramente a vincere.
ESCLUSIVA SJ – Zambruno: “Vi dico la mia su Allegri”
Allegri è l’uomo giusto per tornare a vincere?
Max è un allenatore straordinario, sono sempre stato allegriano. Ho apprezzato il suo modo di lavorare. So perfettamente quello che può dare la squadra. Ora allena una squadra sì con campioni, ma è assolutamente una squadra differente rispetto a quelle del suo primo quinquennio d’oro.
Secondo te il tecnico toscano sarà alla Juventus anche nella prossima stagione?
Non ti so dire se rimarrà sulla panchina della Juve, però io resto fermamente convinto che Allegri – giustamente – verrà celebrato come uno degli allenatori più grandi della storia della Juventus perché quello che ha fatto c’è scritto nell’albo d’oro e nessuno mai più potrà toccarlo.
La Juventus arriva alla sfida di sabato contro la Lazio con soli 7 punti guadagnati in 8 partite, qual è il tuo pensiero sul recente periodo negativo?
Io credo che i conti debbano essere fatti alla fine. Max, così come la società, ha sempre detto che l’obiettivo fosse tornare in Champions League. Intanto ha conseguito un traguardo molto importante, la partecipazione al Mondiale per club nel 2025, che consente di avere importanti entrate economiche al club. La stagione di quest’anno in Serie A dice che il girone d’andata è stato strepitoso, ma poi in questo periodo sta andando male. Però le stagioni non vanno visti a blocchi, ma alla fine e io credo che la Juventus andrà in Champions League.
La stagione della Vecchia Signora sarà positiva se…
Andrà in Champions League. La salverei anche se non dovesse tornare a vincere un trofeo come la Coppa Italia.
ESCLUSIVA SJ – Zambruno: “Soulé mi ha sbalordito sin da subito, Yildiz ha un dono del Signore”
Al termine della stagione alla Juventus tornerà Matias Soulé, cosa ti aspetti da lui?
Non farei paragoni con Dybala, ma Matias è fortissimo. Non mi stupisce il suo rendimento a Frosinone perché ho avuto la fortuna di commentarlo sin dagli albori nell’U19. Me ne avevano parlato bene, ma mi ha sbalordito quando l’ho visto le prime volte. Ha dei numeri sensazionali. Il gol dell’altra sera con l’Argentina combatte le leggi della fisica. Quando riesci a trovare una coordinazione in una situazione del genere, significa che hai qualcosa in testa e nei piedi che gli altri non hanno.
Se la Juve dovesse riportarlo a Torino deve avere pazienza perché un conto è giocare a Frosinone e un conto in bianconero, le pressioni sono nettamente differenti. Rimane un giocatore che potenzialmente può prendere per mano la Juve nei prossimi anni. Cessione? Io non lo lascerei partire mai però so perfettamente che se un club arriva con 90 milioni di euro, una riflessione ce la puoi fare. Non c’è nulla di male.
Quest’anno, invece, è sbocciato Kenan Yildiz: qual è il tuo pensiero sul classe 2005?
Sicuramente può dire la sua a Torino. Lui e Soulé sono due giocatori diversi. Yildiz vede più la porta, deve ancora acquisire potenza nel tiro ma si vede che ha qualcosa che gli altri non hanno. In prospettiva futura Yildiz sarà un giocatore più internazionale di Soulé. Ciò non significa che l’argentino non lo sarà, ma per come vedo io il calcio Yildiz sarà un giocatore più totalizzante. Secondo me farà una carriera migliore, anche se poi dipende da tanti fattori come gli infortuni, ecc. Lui c’ha un dono del Signore.
Ha due piedi fantastici, una testa molto importante. Kenan un calciatore serissimo, che sa quello che vuole. Quest’anno ha ricevuto la fiducia – seppur a corrente alternata – da parte di Max Allegri a 18 anni. È un giocatore che nei prossimi due/tre anni arriverà a una crescita fisica e a una maturazione mentale applicata al calcio professionistico, che lo potrà proiettare verso il firmamento mondiale del calcio.
ESCLUSIVA SJ – Zambruno: “Poco spazio ai giovani in Italia? Abbiamo paura di lanciarli”
Con Mola TV – tra le varie competizioni – hai l’opportunità di commentare l’Eredivisie, il Brasileiro e la Primera División argentina, che differenze noti con la Serie A?
L’Eredivisie è un campionato dove ci sono talenti fantastici. Non è un caso che un Paese così piccolo rispetto a Italia, Francia e Germania, riesca a sfornare – grazie alle sue academy – continuamente giocatori di talento. Non vince più come una volta solo l’Ajax, l’anno scorso ha vinto il Feyenoord e quest’anno vincerà il PSV. Lo definisco il campionato dei talenti e il campionato dei gol. Tendenzialmente una partita di Eredivisie non finirà mai 0-0.
In Brasile ci sono tanti soldi in questo momento, sono aumentate e migliorate le strutture. Anche lì sono arrivati investitori stranieri, come successo in Europa. Ne è un esempio il Bahia, il cui proprietario è lo stesso che possiede il Manchester City, il Palermo e il Girona. Secondo me sarà una squadra che farà parlare di sé nei prossimi 10 anni. È un campionato di talenti assoluti.
In Argentina ci sono talenti, ma c’è un’organizzazione di gioco meno legata alla fantasia. È più un campionato di garra, di grinta, è più tattico rispetto a quello brasiliano. Forse, facendo distinzioni da talento a talento, un argentino che viene a giocare in Europa è più preparato rispetto a un brasiliano. È più un calcio vicino a quello europeo. In Argentina ci sono tante partite tattiche, in Brasile – così come in Olanda – è difficile vedere due squadre bloccate.
L’Italia ha qualcosa da imparare dal resto del mondo sul lancio dei talenti?
In Italia facciamo fatica a farli giocare. Io posso capire la Juve, l’Inter e il Milan dove tendenzialmente hanno l’obbligo di vincere o di essere comunque tra le prime posizioni e quindi puntano tendenzialmente su calciatori di esperienza perché non c’è tanto tempo a disposizione per poter aspettare. In Italia però abbiamo un po’ il braccino corto sui giovani. Si tende a non farli giocare e quindi si è costretti a mandarli all’estero che comunque è una grandissima palestra. Lo si è visto con Oristanio, che l’anno scorso ha giocato in Olanda e anche con Dimarco che ha giocato all’estero.
In Italia abbiamo paura di lanciare talenti. Le squadre medio-piccole fanno maggiore fatica. All’estero c’è una minor paura e una cultura maggiore. Un giovane lì non viene fischiato al primo controllo sbagliato, mentre in Italia il pubblico comincia a rumoreggiare. Siamo tutti bravi a dire “vogliamo vedere i giovani”, però poi non lo puoi fischiare la prima volta che stoppa un pallone in modo sbagliato.
ESCLUSIVA SJ – Zamrbuno: “Tre talenti che consiglio di prendere alla Juventus”
Un giocatore dell’Eredivisie, del Brasileiro e della Primera División argentina che consiglieresti a Giuntoli di acquistare subito?
Del campionato olandese dico assolutamente Joey Veerman. È un centrocampista che gioca davanti alla difesa nel 4-2-3-1 del PSV che si laureerà campione d’Olanda. È un calciatore fantastico che può giocare davanti la difesa nel 4-2-3-1 ma eventualmente anche più avanti come trequartista nei tre davanti alle spalle della punta. Però è più un centrocampista d’ordine. Ha un piede destro educatissimo, che calcia le punizione e i calci d’angolo. È in grado di mandarti in porta perché ha l’assist nel DNA, ma non disdegna il tiro dalla distanza. In Eredivisie è primo per assist e per opportunità create. A 25 anni è pronto a fare il salto in una big perché ha la testa giusta per diventare potenzialmente un grande calciatore.
Dal Brasile, invece, dico Joaquin Piquerez. È il terzino sinistro del Palmeiras, non so se possa essere titolare alla Juventus, è un giocatore che tendenzialmente gioca a 4 e a me piace molto. È un giocatore d’ordine, con un gran tiro dalla distanza e che spesso arriva sul fondo. È nel pieno della carriera perché è un classe 1998. A parte i soliti nomi, non vedo tantissimi terzini sinistri disponibili in giro per il mondo e quindi lo reputo un giocatore che potenzialmente potrebbe essere interessante eventualmente per la Juve ma a patto che giochi a 4 e non a 3 oppure a 5. È uno di quei giocatori che magari non fa il titolare ma che puoi alternare quando hai tante competizioni.
Dall’Argentina, infine, il Manchester City ha già preso un giocatore che avrei consigliato: Claudio Etcheverry. C’è però un giovane che sin dal primo tocco di palla mi ha fatto innamorare: Franco Mastantuono, classe 2007. Gioca nel River Plate, è un giocatore di cui sentiremo parlare. Ha un tocco di palla che mi è piaciuto e mi ha stupito molto.
ESCLUSIVA SJ – Zambruno: “Ho visto tante volte Endrick, è un predestinato”
Qual è invece il tuo pensiero su Endrick e sulla politica che sta attuando il Real Madrid negli ultimi anni?
Loro – pur spendendo tanto – hanno avuto il tempo e la pazienza di aspettare, basti pensare a Vinicius jr. e a Rodrygo. Vinicius all’inizio ha subito tante critiche. Florentino Perez al Real ha aperto questa politica straordinaria mettendo giocatori esperti, come Kross, Benzema e Modric, al fianco dei più giovani. Hanno aperto una nuova politica che non avevano mai fatto.
Con Endrick hanno fatto un colpo spaziale. Io sono innamorato pazzo di Endrick. L’ho commentato molte volte la scorsa stagione con il Palmeiras, posso dire veramente che è un predestinato. È un giocatore incredibile e che secondo me farà la storia del Real Madrid. Come tutti i giocatori giovani, ci vorrà tempo per poter farlo esplodere. Ho visto pochi giocatori a quell’età con una potenza nelle gambe abbinata a una tecnica e a una rapidità di esecuzione del genere.
Diametralmente opposta, invece, è la situazione di Pafundi che in Italia ha trovato pochissimo spazio. Cosa ne pensi?
Lui è sicuramente un giocatore molto forte e mi auguro di poterlo rivedere in Serie A il prima possibile. Mi auguro che questa parentesi all’estero, che sicuramente gli servirà, possa essere il più veloce possibile. Pafundi lo dobbiamo vedere nel nostro campionato. Dobbiamo vederlo partire dall’inizio perché è un giocatore su cui anche l’Italia può contare. È un giocatore che può farci sognare in Nazionale nei prossimi decenni.
ESCLUSIVA SJ – Zambruno: “EURO 2024? La mia sull’Italia e sulla favorita alla vittoria finale”
A proposito di Italia, cosa ti aspetti dal prossimo Europeo?
Innanzitutto mi aspetto di passare il girone, cosa difficilissima. Purtroppo il nostro girone è complicato. La prima partita contro l’Albania non sarà affatto semplice perché è una squadra organizzata e che nella partita secca può mettere in difficoltà. A me Luciano Spalletti piace da morire, ho una grande fiducia ma non penso minimamente che l’Italia possa bissare il successo del 2021. La vedo al massimo ai quarti di finale, non oltre.
Oltre la Francia, chi è la tua favorita per la vittoria finale?
La Francia è sicuramente molto favorita. A me intriga molto anche la Germania. Florian Wirtz è un giocatore straordinario. Stanno avendo un ricambio giusto. Giocano in casa. Hanno fallito gli ultimi appuntamenti, ma sappiamo perfettamente che la Germania non ne fallisce troppi consecutivamente. Bisogna vedere anche come si andrà a completare il tabellone nella fase a eliminazione diretta, però la Germania è molto forte.
ESCLUSIVA SJ – Zambruno: “Futuro Mbappé? Andrà al Real al 100%”
Tanti riflettori puntati addosso nei prossimi mesi li avrà Kylian Mbappé, sarà l’estate del trasferimento al Real Madrid?
Secondo me sì, al 100%. Sarà il giocatore giusto al posto giusto. Per me il Real Madrid è di gran lunga LA squadra. È la squadra del XX secolo e potrà diventare anche la squadra del XXI secolo. Ha una programmazione che mi intriga molto, soprattutto questa dei giovani. Spendono tanto, ma li costruiscono in casa abbinandoli a calciatori con maggiore esperienza. Mbappé secondo me è nato per vestire la maglia del Real Madrid.
Secondo te è il momento giusto o il suo arrivo a Madrid arriva leggermente in ritardo?
Per me è il momento giusto perché Mbappé ha già fatto delle esperienze fantastiche. È un giocatore che ha già vinto un Mondiale nel 2018 da giovanissimo, ha fatto una tripletta nella finale Mondiale e poi chissà, magari lascia Parigi vincendo una Champions League. Il PSG non è favorito, ma il lato del tabellone in cui è capitato è agevole.
Quindi secondo me è l’età giusta e a Madrid ci resterà per moltissimi anni. Lasciare Madrid poi è complicato, basti pensare a Cristiano Ronaldo che è venuto alla Juve quando ha reputato concluso il suo immenso ciclo con i Blancos. Mbappé può riscrivere la storia del Real Madrid, non ci sono giocatori come lui in questo momento. È un giocatore illegale.
Quindi metti Mbappé anche sopra Haaland?
Sono giocatori diversi, però Mbappé è più forte. Haaland è fortissimo. Fa gol, va a saltare su ogni pallone, è cattivo. Però Mbappé è più totale, è un giocatore più veloce, più bello da vedere. Calcia il pallone in maniera divina. Ha questo controllo di palla in corsa che abbiamo visto a pochi giocatori in giro per il mondo. Chi preferisco tra i due? Mbappé.
Questa la nostra intervista esclusiva realizzata a Enrico Zambruno.