Il centrocampista italiano, intervistato al noto portale inglese The Athletic, ha avuto modo di parlare sulla sua Juve; le sue parole.
È una Juventus che inizia a lasciare sempre più spazio ai volti giovani e ai suoi prodotti. Attualmente in lotta per il secondo posto in campionato il club bianconero vanta ottimi giocatori con un’età anche piuttosto bassa. Tra questi troviamo sicuramente anche il centrocampista Fabio Miretti che, intervistato a The Athletic, ripercorre i suoi ricordi con la Juve e non solo.
Il centrocampista italiano ha voluto riportare alla luce i suoi primi passi mossi alla Juve, parlando anche dei suoi idoli e non solo. Queste le sue parole:
Sono sempre stato un fan della Juventus. Al primo provino si poteva indossare quello che si voleva. Non hanno dato il kit della Juventus, quindi sono andato con una maglia del Barcellona con il nome di Xavi sul retro. I miei primi ricordi di quel giorno sono legati a quella maglia.
Poi continua esprimendo chiaramente che Claudio Marchisio è stato uno dei suoi punti fermi nonché l’ispirazione per la sua carriera. Infine il 20enne parla anche di un argomento importante come quello delle giovanili e della loro importanza in Italia:
In Italia la gente pensa che hai un buon vivaio se vinci titoli al livello di Under 16, Under 17 o Primavera, ma non è così. La Juve è arrivata a capire che non importa quanto vinci, ma conta quanto i giocatori sono pronti a giocare in campionati “veri” e quanto presto possono fare il salto. Nell’anno in cui ero con la Primavera giocavo anche con la Next Gen a volte. La mia impressione fu che la Serie C era molto più fisica. In Serie C è tutto più veloce. Avevo 17 o 18 anni a quel tempo, e lì si gioca con ragazzi molto più grandi e forti. In Primavera, invece, quasi tutti hanno la stessa altezza e lo stesso peso, puoi averci a che fare più facilmente.