I tifosi della Juventus non si sono annoiati negli ultimi giorni della pausa nazionali, tra rumors sulla cessione del club (prontamente smentiti da Exor) e l’esplosione delle mine Pogba e Bonucci.
Dopo le note vicende concluse in estate, almeno dal lato della giustizia sportiva, l’auspicio per questa stagione era quello di rivolgere pensieri, speranze e preoccupazioni solo verso il rettangolo verde.
Invece, la Juventus si trova a dover fronteggiare altri casi che non rientrano nell’ambito del calcio giocato.
Andiamo con ordine. Tutto inizia con l’indiscrezione “bomba” rilanciata da Il Giornale, secondo cui, Elkann si sarebbe deciso a vendere la Juventus.
Notizia prontamente smentita da Exor, con una nota Ansa. Le smentite, in questi casi, lasciano sempre un po’ il tempo che trovano, in quanto sono atti dovuti per non alterare i valori della Borsa.
Detto ciò, la Juventus non è in vendita, Elkann non ha intenzione di vendere quella che era la passione, “il vizio” dell’avvocato Agnelli.
Le ultime mosse lasciano invece pensare ad una apertura da parte della società all’ingresso di un socio di minoranza (la modifica dello statuto che permette ad Exor di avere l’ultima parola e controllare il club, pur cedendo la maggioranza assoluta delle quote).
In ogni caso che sia l’ingresso di un socio di minoranza o la presunta cessione del club, si tratterebbe comunque di processi lunghi, in quanto prima servirebbe operare il delisting dalla Borsa. Senza considerare la ciclicità con cui la notizia sulla vendita del club viene riproposta sempre nei periodi più difficili della società bianconera (come negli anni di Calciopoli).
Le mine Pogba e Bonucci che scuotono la Juventus
Come un fulmine a ciel sereno, arriva anche la notizia della positività al testosterone di Paul Pogba.
L’ennesimo problema del centrocampista francese che tra faide familiari, guai fisici e altri problemi extra campo ha causato alla Juventus diversi grattacapi, costosi visto il lauto ingaggio percepito.
L’operazione nostalgia Pogba è stata un fallimento sotto tutti i punti di vista, non serviva di certo la positività al doping del francese per accertarlo, semmai questo aggiunge l’ennesimo e forse ultimo carico alla vicenda.
Dalle ultime ricostruzioni, sembra che Paul abbia assunto un integratore proveniente dagli Stati Uniti, su consiglio di un medico amico di famiglia e senza aver informato il medico della Juventus.
Se confermata questa versione, sarebbe l’ennesima mancanza di rispetto nei confronti del club che l’ha fortemente voluto, sostenuto e lautamente pagato per fare sin qui più apparizioni social che sul rettangolo verde.
Non bisogna dimenticare la gestione dell’infortunio al menisco, quando il francese rifiutò di operarsi subito su consiglio di chissà quale guru, aggravando il problema.
La Juventus aspetta il risultato delle controanalisi, ma se confermeranno la positività, non potrà che procedere con la risoluzione del contratto e far calare il sipario sull’operazione di mercato più scellerata degli ultimi anni (che non può essere addebitata all’attuale management, trovatosi con questa situazione costosa e complessa da gestire).
Sul calciatore c’è poco da aggiungere, umanamente dispiace, perché l’impressione è quella di vedere un Pogba circondato e consigliato da persone sbagliate che hanno compromesso quella che poteva essere una brillante carriera.
Infine, proprio per non farsi mancare niente, Leonardo Bonucci fa sapere che intende adire le vie legali e chiedere un risarcimento danni alla Juventus, per avergli arrecato “danni professionali e di immagine”.
Quella tra Bonucci e la Juventus è sempre stata una storia travagliata, dallo strappo che portò il difensore al Milan al ritorno in bianconero, fino alla rottura definitiva in estate.
Tuttavia, questa storia meritava un epilogo e un rispetto diverso, perché piaccia o meno, Leo e la Juventus insieme hanno scritto pagine importanti della storia bianconera.
Senza dilungarsi troppo, l’ormai ex capitano bianconero avrebbe potuto e dovuto evitare di perseguire le vie legali, soprattutto in questo momento di fragilità della Juventus.
Sarebbe stato un gesto apprezzato, un “gesto juventino”, ma si sa, ormai alla Juventus pensano e vogliono bene in pochi, forse è proprio la Juventus stessa che deve tornare a tutelarsi, rispettarsi e amarsi di più.