Max Allegri in una lunga intervista a DAZN ha parlato del suo ritorno alla Juventus, della passata stagione e non solo.
La nuova stagione è appena iniziata e per la Juventus sono arrivate una vittoria e un pareggio. Nel mirino della critica, però, resta sempre Max Allegri. Il tecnico livornese ha rilasciato una lunga intervista a DAZN in cui ha trattato vari temi.
Di seguito le dichiarazioni rilasciate da Max Allegri a DAZN per lo speciale DAZN Heroes.
“Nel 2014 ero convinto che arrivato alla Juventus ci sarebbero state difficoltà, ma allo stesso tempo ero tranquillo per la forza di quella squadra.
Io sono tornato alla Juventus con un programma ben preciso e infatti Agnelli mi ha fatto un contratto quadriennale. Credevo che il primo anno fosse più facile, però da quando sono tornato a oggi sono rimasti solamente 10 giocatori – di cui tre portieri e 7 di movimento.
Secondo me abbiamo fatto un buon lavoro in questi primi due anni su indirizzo e obiettivo della società perché l’obiettivo era quello di rinnovare la squadra. Dopo un percorso importante nel settore giovanile, sono arrivati giocatori della NextGen. Quest’anno abbiamo 7 giocatori all’interno della prima squadra e ciò significa che c’è stato un abbassamento notevole del monte ingaggi e un incremento del valore patrimoniale del parco giocatori. Credo che la Juventus nei prossimi anni abbia il destino nelle proprie mani.
Avevo varie offerte, ma sono tornato alla Juve perché era una sfida. Ho lasciato dopo 5 anni una squadra che aveva fatto la storia della Juventus. Dopo il 2018 c’ero rimasto male, purtroppo il calcio è questo. Non si può sempre vincere, ma neanche sempre perdere. Però si può lavorare sugli obiettivi di crescita e su questo sono soddisfatto del lavoro che è stato fatto in questi due anni”.
Il tecnico livornese è anche ritornato su quanto accaduto la scorsa stagione e sulle critiche ricevute.
“Le critiche sono ben accette però l’anno scorso abbiamo vissuto situazioni surreali. Io capisco che dall’esterno, non conoscendo la situazione a 360°, è più facile criticare e giudicare. A Empoli 10′ prima della partita è arrivata la notizia che ci avrebbero tolto i 10 punti. In quel momento avevo due soluzioni: o scegliere di dire cose più leggere o andare forte su un dato di fatto che era la classifica. Inizialmente, quando ci hanno tolto i 15 punti, è stato più facile perché dovevo dare dei mini obiettivi perché la classifica non era quella definitiva e quindi qualche piccola bugia la potevo dire. L’ultima partita stagionale a Udine è stato un momento di liberazione”.
Tra i passaggi più interessanti della lunga chiacchierata a DAZN rientrano sicuramente quelli su Chiesa e Bonucci.
“Chiesa quest’anno arriverà a fare tra i 14 e i 16 gol. Ora ha piena piena fiducia, l’ho notato subito quando quest’anno è rientrato che ha una gamba diversa. Lui si deve convincere che è una punta e che deve fare gol. Deve migliorare su questo aspetto perché deve essere più convinto. Deve migliorare a giocare dentro al campo e a restare all’interno della partita per più minuti. Con le sue caratteristiche è un giocatore che quando tira in porta fa male. Yildiz sotto quell’aspetto lì è tremendo.
Mi dispiace che con Bonucci sia finita così. Con lui, però, sia io sia la società siamo stati molto chiari a partire dallo scorso febbraio dicendogli che l’anno prossimo lui avrebbe dovuto decidere se continuare da un’altra parte o smettere. Leo ha fatto la storia della Juventus perché ha più di 500 presenze e spesso è andato in campo anche zoppo.
Lui ha dato tanto alla Juventus, ma anche la Juventus ha dato tanto a lui. Credo che debba prendere una decisione importante per lui guardando non a un anno, ma al futuro. Leo è un orgoglioso e questa è stata una forza sia sua sia della Juventus ed è normale che quando un campione come lui arrivi a fine carriera abbia paura di smettere. Se uno accetta prima è un bene per se stesse, se accetta dopo passa un momento di noia. Io Leo lo devo ringraziare perché è stato un giocatore molto importante sia per me sia per la Juventus”.
Max, inoltre, ha anche parlato di Rabiot e Vlahovic.
“Rabiot è un giocatore straordinario e ha un motore diverso dagli altri. Ha imparato a far gol e crede più in se stesso. Inoltre è cresciuto molto e ha raggiunto una maturità. Credo che quest’anno possa fare ancora meglio. Mi dà grandi soddisfazioni, è un giocatore fantastico.
Secondo me lui ha fatto la scelta giusta con il rinnovo perché alla Juventus è diventato un uomo importante all’interno dello spogliatoio. Abbiamo Danilo capitano e i due vice sono Alex Sandro e Rabiot.
Non dimentichiamoci che Vlahovic è arrivato e ha avuto sin da subito delle responsabilità e delle pressioni che non si immaginava neanche lui perché è arrivato con grande entusiasmo dalla Fiorentina avendo segnato 16 gol. Ora a 23 anni, l’anno prossimo 24, e quindi bisogna dargli il tempo di fare quella maturazione che gli serve.
Dusan ha una qualità straordinaria: quella del gol. Deve migliorare nel gioco con la squadra, cosa che io dicevo un anno e mezzo fa perché è vero che l’attaccante si valuta per i gol, ma su quella roba lì ci può dare una grossa mano. Deve partecipare di più al gioco, questo lo sa anche lui perché glielo dico da un anno e mezzo, perché ha un gran piede e credo che quest’anno stia già migliorando su questo perché sta meglio fisicamente“.
Il tecnico della Vecchia Signora ha poi concluso l’intervista parlando del mercato, di Giuntoli e della partita di Udine.
“Il mercato siamo apposto così anche perché abbiamo Vlahovic che viene da un’annata difficile e può fare solo meglio. Chiesa viene da un infortunio e quindi è come se fosse un acquisto nuovo.
Pogba quando gioca e fa gli allenamenti è un giocatore diverso dagli altri. Io mi accontenterei di averlo piano piano all’interno della partita per poi lanciarlo nuovamente da titolare. Un giocatore così sposta gli equilibri di una partita.
Con Giuntoli va benissimo. Il direttore si è inserito bene anche perché ha trovato un gruppo di lavoro che l’ha accolto bene. Avevamo bisogno di una figura del genere.
Lui è arrivato in una realtà nuova, complessa e difficile com’è la Juventus. Questo club appartiene a una famiglia che ha uno stile, un modo di pensare e lavorare molto preciso.
Vincere di largo muso? Sullo 0-3 a Udine ho pensato che sono come quelle corse che vai subito in testa, il cavallo si allunga e vince facile. Si gode di più con il corto muso o lungo muso? Si gode di più quando vinci. Sullo 0-3 al 70′ dovresti stare un pochino più sereno”.
Questa l’intervista integrale di Allegri a DAZN.
This post was last modified on 1 Settembre 2023 - 09:15