La storia tremendamente vera di Daouda Peteers. Il 24enne di proprietà della Juventus ha raccontato in un documentario che ha rischiato la morte qualche anno fa.
La vita di un giocatore è estremamente complessa. Per arrivare all’apice ci sono numerosi sacrifici da fare e, nel momento in cui sembrano esserci tutti gli elementi per sfondare, un fattore esterno modifica un percorso già segnato. Su questa base possiamo tracciare la storia di Daouda Peeters. Il giocatore di proprietà della Juventus Next Gen, quando era in prestito allo Standard Liegi nel 2021, è stato colpito da una gravissima sindrome.
Il classe 1999 non ha mai mollato e, dopo un lunghissimo calvario, è stato dichiarato idoneo all’attività sportiva lo scorso marzo. Una storia di coraggio e di grande abnegazione che è stata raccontata dallo stesso Peeters e dalla sua famiglia in Still, un documentario prodotto da Juventus Creator Lab.
Perdere improvvisamente tutto
Daouda Peeters è uno dei tanti ragazzi in rampa di lancio in casa Juventus. Guineano di nascita, ma cresciuto in Belgio, il classe 1999 arriva anche ad esordire il 29 luglio 2020 con la maglia della Prima Squadra, in una sfida di campionato contro il Cagliari. Nella stagione 2021/22 si trasferisce in prestito allo Standard Liegi. Daouda sa che può avere tanti minuti e può guadagnare esperienza per giocare, un giorno, con la maglia della Juventus. Nel mese di ottobre del 2021, però, durante una normale sessione di allenamento, qualcosa non va.
” Un giorno in allenamento perdevo l’equilibrio e avevo poca forza quando correvo o tiravo. Quando sono arrivato in ospedale mi hanno fatto qualche test, ho dormito e il giorno dopo quando mi sono alzato per andare in bagno sono caduto. Ho perso tutto. Ho chiamato il dottore e detto che non riuscivo a camminare, non sentivo più nulla. Questo è stato il giorno più brutto. Dal nulla sentivo zero. Ho avuto paura di morire, alcuni che erano con me in ospedale dopo tre giorni sono morti perché era arrivata al cuore. Ero in shock. Ero sano e da un giorno all’altro non potevo più muovermi“.
La sindrome di Guillain-Barré si è abbattuta su Daouda. Si tratta di una polineuropatia su base autoimmune, che colpisce il sistema nervoso periferico, tanto da ritrovarsi dal nulla sul letto, paralizzato dal petto in giù. Il tutto con un futuro sconosciuto.
Una lunga ripresa e il sogno che permane
Nessuno, nemmeno in famiglia, credevano che Daouda potesse ritornare a giocare a calcio. Il karma, in questo caso, gli ha dato ragione e, con l’aiuto di specialisti di altissimo livello e una grande mentalità, il ragazzo ha finalmente visto la luce fuori dal tunnel. Un percorso che ha abbracciato forme di allenamento interattive, con l’uso di VR, gaming, luci e suoni, accompagnate dal recupero della massa muscolare.
Con la felicità di un bambino, lo scorso febbraio è ritornato ad allenarsi con la Juventus e il mese successivo è stato dichiarato idoneo all’attività sportiva ad alti livelli. La sindrome di Guillain-Barré è stata battuta. Adesso, Peeters potrà giocarsi le sue carte il prossimo anno in Serie B, con la maglia del Südtirol. Senza mai mollare, perchè nella vita tutto è possibile.