Con l’arrivo di Cristiano Giuntoli la Juve può iniziare a pianificare il suo mercato, che dipenderà molto dal tema cessioni. Nella lista dei sacrificabili ci sono, infatti, anche i nomi di Vlahovic e Chiesa e proprio per questo, Madama si starebbe guardando attorno. Fondamentale non farsi trovare impreparati in caso di addio.
Già, perché parliamo di due nomi di spessore e inevitabilmente la Juve non può farsi trovare impreparata nel caso di una loro eventuale cessione. Mentre per il serbo la lista delle pretendenti è lunga, diversa è la situazione legata all’ex Viola, che al momento ha smosso le acque solo in casa Manchester, sponda United, ma che ad oggi conta zero offerte ricevute all’attivo. Questo non lascia comunque dormire sonni tranquilli dalle parti della Continassa, dove stanno già studiando vari profili da portare all’ombra della Mole, qualora Chiesa decidesse di fare le valigie.
Piace Pepè del Porto per sopperire all’eventuale partenza di Chiesa
Stando a quanto riportato dal quotidiano portoghese O Jogo, infatti, c’è anche il nome di Eduardo Gabriel Aquino Cossa, in arte Pepè, brasiliano classe 1997 ma con passaporto italiano. E’ un esterno offensivo in forza al Porto dal 2021, dove ha totalizzato 97 presenze, mettendo a segno un bottino di 11 gol e 14 assist. Ipotesi che però al momento resta una suggestione, visto che per lasciarlo partire, il Porto pretende il pagamento di 75 milioni di euro previsti nella clausola inserita al momento del suo arrivo dal Gremio. Cifre elevate e decisamente fuori dalla portata della Juve.
L’ex Fiorentina potrebbe anche restare in quel di Torino, ma la mancata qualificazione in Champions League e l’eventuale esclusione da tutte le coppe, potrebbe cambiare le carte in tavola. Considerando che Chiesa, prezzo pregiato, ma che non ha dato il meglio di sé nell’ultima annata, rappresenta una delle pedine con maggiori chance di vendita.
La speranza di Massimiliano Allegri e quello dei tifosi juventini in generale, è quella che il giocatore torni quello apprezzato nel corso dell’Europeo e nel primo periodo in Piemonte. Nel pieno dell’età considerata notoriamente quella della maturità calcistica, Federico Chiesa è chiamato a dimostrare cosa vuole essere: un giocatore normale o il campione che è sembrato per lunghi tratti della sua carriera.