Il nome di Mattia Perin è molto chiacchierato nella sede della Juventus, poiché ci sono diversi club esteri sulle sue tracce, ma nel frattempo torna alla mente un episodio che l’ha visto protagonista tempo fa.
La rivoluzione nel progetto della Juventus per la nuova stagione sportiva potrebbe coinvolgere anche Mattia Perin. Per il portiere di Latina il tempo in bianconero sta scadendo e la società è tentata dal considerare le proposte che stanno giungendo per l’ex Genoa.
Pare, infatti, che il vice di Szczesny possa trovare una nuova casa in Turchia. La decisione dipenderà dalla partecipazione o meno dei bianconeri alle prossime competizioni europee. Soltanto capendo ciò, si potrà definire una strategia anche economica più concreta.
Il portiere attende con fiducia e torna alla mente la sua carriera, nonché la sua crescita sia personale che professionale. Sono abbastanza lontani – aveva 25 anni – i tempi di un episodio che ha fatto un po’ da spartiacque anche per la condotta fuori dal campo. Era ancora a Genova quando, nella massima espressione di sincerità, ammise: “Ho fatto una cavolata, mi dispiace”.
Juventus, quella volta che i carabinieri fermarono Mattia Perin: l’aneddoto
I carabinieri fermano il calciatore del Genoa per un controllo stradale, che subito manda in ansia l’attuale portiere della Juventus, consapevole di non essere nelle sue migliori condizioni. Il calciatore scende chiaramente dall’auto, obbedendo alla richiesta e spiega le motivazioni per le quali la sua guida non era del tutto ottimale. Mattia Perin, infatti, aveva in circolo un tasso di alcol decisamente superiore a quello consentito.
I carabinieri non possono fare altro che constatarlo e far partire la denuncia per guida in stato di ebrezza. A poco valgono l’ammissione di colpa del giocatore, le sue scuse. La multa è inevitabile così come il fermo dell’auto per ben tre mesi, con sospensione della patente. Trattandosi di un personaggio sportivo piuttosto noto, la vicenda diventa subito di pubblico dominio, Perin viene “perdonato” dalla squadra e dal tecnico e chiede scusa pubblicamente.
Ma non basta. Tempo dopo infatti, intorno alle due del mattino, nella medesima zona, un maresciallo e un appuntato dei carabinieri lo fermano, mentre è di rientro da una sfida del Genoa proprio contro la Juventus, a Torino. Perin scende dalla sua Porsche 911 e subito chiede scusa, allargando le braccia, ben consapevole di essere stato colto in flagrante, ancora una volta. Sapeva di avere la sospensione della patente ancora in corso per un episodio precedente, ma nonostante ciò aveva guidato.
Cerca di spiegare che avrebbe dovuto percorrere solo pochi km per tornare a casa, ma la legge non ammette ignoranza. Scattano il fermo amministrativo dell’automobile per tre mesi e la nuova sospensione della patente. Un episodio simile a quello di tempo addietro, motivato dalla leggerezza del giocatore che, da quel momento in poi, ha decisamente imparato la lezione.