Danilo, ormai leader bianconero, è sceso in campo per sostenere l’impegno della Juve contro il razzismo, raccontando la sua esperienza durante il podcast speciale realizzato da Juventus Creator Lab da oggi online sui canali ufficiali di Juventus, Youtube e social e, in formato audio, sulla piattaforma One Podcast.
Di seguito le dichiarazioni del brasiliano:
Sull’adesione all’evento:
“Ho detto si subito la prima volta che mi hanno detto di questa possibilità. Secondo me un argomento così è importante trattarlo e non si tratta con la profondità e la serietà con cui lo trattate voi“.
Sul razzismo:
“Ho appena finito di leggere il libro di Viola Davis, racconta le sue esperienze di vita, ma tante volte ha sofferto con il razzismo. Questo vuol dire che non è una cosa solo dello sport, ma di tutti quanti. Bisogna parlare delle esperienze che ognuno ha vissuto, questo libro mi ha dato tante conoscenze, mi ha fatto riflettere tanto sul razzismo. Il razzismo è un po’ più nascosto, non lo vediamo subito, quando si riflette, si vede che è una cosa sempre lì. Noi dobbiamo combattere”.
Danilo contro il razzismo: il podcast della Juve
Su Cortella:
“C’è un filosofo-scrittore brasiliano che si chiama Mario Sergio Cortella che parla di tante questioni, anche del razzismo e del pregiudizio razziale. Lui dice una cosa che mi è rimasta dentro: ci sono delle cose che sono naturali che abbiamo addosso da quando siamo nati, poi delle cose normali, cioè nella norma della società, poi le cose abituali che non sono giuste o sbagliate, però rimettono alla frequenza con cui succedono. Il razzismo non è naturale e normale, ma abituale in questo momento. Ci sono piccole aggressioni che le persone commettono e non sanno neanche che stanno commettendo. Altre sono in maniera incisiva. La forma di approcciare queste due situazioni come dovrebbe essere? Alla stessa maniera o aiutarli in quello che non sanno? Dobbiamo essere più cattivi nell’approcciare la situazione con chi fa aggressioni incisive e in maniera volontaria“.
Sulla differenza tra sentire ed ascoltare:
“C’è una differenza tra sentire e ascoltare. Le persone bianche ti devono ascoltare, avere empatia. E poi devono pensare di imparare e non dare un giudizio. Cortella – sono affezionato a lui – dice che un pregiudizio, qualunque esso sia, è cancellare il senso critico. La persona che commette un pregiudizio razziale perde l’opportunità di imparare. Io sono sempre della linea di ascoltare per imparare e seguire un percorso di crescita, è importante per tutti noi“.
Un aneddoto sulla sua infanzia:
“Mio padre è nero, la mia famiglia è nera. Lui mi diceva di vestirci e comportarci in un modo modo. Io sono cresciuto con questo, poi ho imparato tante cose. Non è che sbagliava, era quello che c’era in quel momento“.
Tatiana Digirolamo