La Juventus si prepara ad affrontare l’ultima settimana prima della sosta per le nazionali. Una settimana che sarà decisiva per i bianconeri per il prosieguo della stagione. Nella giornata di oggi l’ex giocatore della Juventus, Angelo Di Livio, ha rilasciato un’intervista a Tuttosport che ha affrontato vari temi tra cui Vlahovic, Kostic ma non solo.
Di seguito le dichiarazioni di Angelo Di Livio rilasciate a Tuttosport.
Sul Friburgo
Onestamente mi aspettavo qualcosa in più, sia sotto l’aspetto del gioco sia dei gol. Un 2-0 sarebbe stato un risultato più sereno in vista del ritorno: serviva segnare qualche rete in più. Cosa serve al ritorno? Un grande approccio alla gara, come è accaduto giovedì sera all’andata. Dovranno essere lucidi nelle ripartenza e dovranno segnare: purtroppo alla Juve manca sempre qualche gol in più per chiudere le partite. L’1-0 vale la vittoria, ma sui 180 minuti resta sempre un rischio. Se gli avversari segnano all’80, vai poi ai supplementari, subentra la stanchezza e la paura, con il pericolo di essere eliminati. Alla Juve manca un po’ più di cattiveria sotto porta.
Su Vlahovic
È evidente che l’attaccante non stia attraversando un buon momento, ma non darei tutta la colpa a lui. Deve ritrovarsi, però i compagni potrebbero aiutarlo con qualche palla più tranquilla. Vlahovic si impegna, manca un po’ di lucidità sotto porta, a volte è preso dalla troppa frenesia e foga. Forse vorrebbe spaccare il mondo, penso che debba ragionare di più però questi giocatori che si dannano l’anima mi piacciono molto, come Kostic.
Su Kostic
Sono molto contento del paragone con Kostic perché lui è un giocatore che mi piace tantissimo: l’unica differenza è che lui è un mancino puro, io giocavo più a destra. Per il resto, sa fare tutte e due le fasi benissimo, quando arriva sul fondo sforna cross a ripetizione e li serve bene. Di lui mi piace anche l’atteggiamento: vedo un ragazzo molto umile. Insomma, è stata una bella sorpresa e scoperta. E poi sta continuando a migliorarsi: quando uno è in crescita vuol dire che si è inserito bene nel gruppo, nella società e nell’ambiente bianconero.
Non so se a lui piace l’appellativo ‘soldatino‘. Sarò sincero: a me il termine soldatino piaceva. Dovreste fargli vedere qualche video di quando giocavo… Sapevo cambiare tanti ruoli e li svolgevo in maniera egregia e aveva un grande senso del sacrificio.
E infine la chiosa su Pogba.
Certo, sono molto arrabbiato con Pogba: uno che non gioca da un anno non può arrivare in ritardo in ritiro, ai miei tempi sarebbe arrivato un’ora prima. In un momento poi così delicato, in cui serve testa e professionalità da parte di tutti. La Juventus vive una situazione particolare in cui deve salvare il salvabile e l’atteggiamento deve essere esemplare più di quando le cose vanno bene.
This post was last modified on 11 Marzo 2023 - 20:55