Chiesa ricorda l’infortunio: “Non ero da solo”

Federico Chiesa è uno dei migliori talenti che il panorama calcistico italiano ha prodotto negli ultimi anni.

L’esterno della Juventus, nonostante i soli 25 anni di età, ha già dovuto affrontare gioie e dolori. Nell’estate del 2021 ha vinto da protagonista l’Europeo con l’Italia, mentre pochi mesi più tardi ha subito un gravissimo infortunio che lo ha tenuto lontano dal campo per circa un anno.

La notte del 9 gennaio 2022, infatti, in occasione del match tra Roma e Juventus, il legamento crociato di Chiesa ha ceduto dopo uno scontro con Smalling.

Da quel momento è iniziato il lungo recupero del classe ’97. Il suo percorso riabilitativo è stato poi raccontato attraverso le immagini prodotte da Juventus Creator Lab nel documentario “Back on Track” in onda su Prime Video.

Federico Chiesa, nella giornata di oggi, è stato protagonista di una diretta Twitch sul canale della Juventus e ha parlato proprio del progetto “Back on Track”.

Federico Chiesa Juventus
Federico Chiesa Juventus

Di seguito le sue parole:

Come nasce “Back on Track”

“Poco dopo l’operazione ho parlato con la Juventus. Inizialmente l’idea era di fare alcune puntate su Youtube, qualcosa di più piccolo di quello che è stato realizzato. Questa richiesta mi ha fatto piacere, ero felice di far vedere alla gente la riabilitazione, quanto il percorso fosse duro e quante difficoltà ci fossero da superare”.

“Col tempo il progetto si è ingrandito, abbiamo incluso la mia famiglia e la mia fidanzata, Lucia, fondamentali nello starmi vicino in un momento così difficile della mia carriera: è stato bello far vedere anche quello che hanno provato loro, perché tutti sono sempre stati abituati a vedermi in campo e non con le stampelle. Mio papà sapeva di cosa si parlava, essendoci già passato, e così mia mamma, infatti sono stati i primi a darmi forza. Ricordo una frase proprio di mia mamma che mi chiedeva che cosa potessi aspettarmi di diverso, dato che il calcio è uno sport di contatto”.

“Il documentario l’ho vissuto ovviamente in prima persona, ma lo ho anche rivisto due volte, con Lucia e con la mia famiglia”.

Il ricordo dell’infortunio

“Nella mia carriera ho subito molti interventi più brutti di quello di Smalling, che comunque voleva andare sulla palla e non ci ha messo cattiveria: purtroppo queste cose succedono. Solo dopo ho capito com’è facile incorrere in incidenti del genere, come è accaduto per esempio a Rodrigo Bentancur, cui faccio gli auguri di un buon recupero. Basta mettere male il piede, o avere il carico sbagliato: alle volte si subiscono interventi durissimi in cui si pensa di essersi rotti e invece non succede niente, altre volte quello che è accaduto a me a Roma”.

“Nei primi allenamenti in squadra continuavo a pensare al momento dell’infortunio, ma quando ho trovato continuità, sono stato convocato e sono tornato in campo, gradualmente, il pensiero è svanito. L’idea di “Back On Track” è raccontare non solo il recupero fisico, ma anche quello mentale. Nella mia sfortuna, sono stato fortunato che questo incidente mi sia accaduto qui, alla Juventus, che ha a disposizione solo il meglio, come professionisti e come strutture. Durante la riabilitazione non sempre va tutto liscio, ed essere in un ambiente che aiuta anche in caso di problemi è fondamentale: dedico un pensiero di stima e rispetto a chi subisce un infortunio come il mio e rientra, senza le possibilità che dà la Juve per farlo al meglio, magari in serie minori”.

“La mia è stata una riabilitazione fatta insieme, in ogni momento, e se non si ha grandi professionisti vicino serve il triplo della forza emotiva per uscirne fuori”.

Il supporto di tifosi e compagni di squadra

“Il supporto dei tifosi mi ha aiutato durante l’infortunio e mi aiuta ancora adesso: mi fa tanto piacere, anche perché penso di averlo guadagnato, con l’impegno che metto ogni giorno per questa maglia. Ogni passo è stato davvero fatto insieme a loro”.

“Tanti compagni mi sono stati vicini, da Chiellini e Bonucci, a De Ligt e poi Vlahovic. Giorgio mi ha raccontato la sua esperienza, ed è stato per me molto utile, anche e soprattutto nei momenti di intoppi e rallentamenti, perché il recupero varia da giocatore a giocatore, ed è utile sentire le storie di chi ci è passato. Lui, per esempio, mi ha detto che il trascorrere tempo in famiglia è stato l’aspetto positivo di questo infortunio, ed è quello che è successo anche per me”.

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