Juve, inchiesta Prisma senza fine: nel mirino altri accordi segreti

Non c’è pace in casa Juve per ciò che riguarda l’inchiesta sulle plusvalenze e negli ultimi mesi si è abbattuto un vero e proprio terremoto sui bianconeri. Prima le dimissioni del presidente Andrea Agnelli e dell’intero CdA, dopodiché la penalizzazione in classifica (ben 15 punti) per quanto successo.

Ora, però, sembra che ci siano altri problemi all’orizzonte. Infatti, l’Inchiesta Prisma è pronta ad aprire nuovi fronti.

Secondo quanto riferisce oggi La Repubblica, gli inquirenti hanno nel mirino altri accordi segreti che riguardano le cessioni dei calciatori ad altri club.

Inchiesta Prisma, nel mirino il caso Mandragora: la Juve trema

Rolando Mandragora
Mandragora inchiesta Prisma

Tra i nuovi accordi segreti seguiti dagli inquirenti, la posizione più delicata riguarda il caso di Rolando Mandragora, giocatore che nell’estate del 2018, dopo due anni alla Juve, era stato acquistato per 20 milioni dall’Udinese, fruttando una plusvalenza di 13,7 milioni, e poi ricomprato a 10 milioni più sei di bonus dai bianconeri dopo l’infortunio al ginocchio, lasciando poi il centrocampista in prestito ai friulani.

In poche parole un obbligo di riscatto mascherato che ha portato in procura, come testimoni, lo stesso giocatore, suo padre (che è anche l’agente), il vicepresidente dell’Udinese Stefano Campoccia e Maurizio Lombardo, oggi alla Roma ma all’epoca alla Juventus.

Questa operazione, secondo l’ipotesi investigativa, avrebbe permesso alla società bianconera di iscrivere nel bilancio 2019 la plusvalenza e non il debito di 26 milioni.

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