Nonostante la penalizzazione di 15 punti in classifica subita dalla Juventus, i bianconeri sono ancora in attesa dell’esito del ricorso che verrà presentato al Collegio di Garanzia dello Sport per quanto riguarda il caso “Plusvalenze“.
Invece, dall’altra parte è ancora in atto l’inchiesta riguardante la “Manovra Stipendi“, attuata dalla Juventus nel periodo pandemico per ovviare ai problemi economici derivanti.
Manovra stipendi, le rivelazioni di Dybala sulla Juventus
Uno dei giocatori implicati in questa manovra è Paulo Dybala, ex bianconero attualmente alla Roma, e per ciò era stato chiamato a depositare davanti agli inquirenti. Sportitalia.com ha reso note alcune parti della deposizione del giocatore argentino.
Di seguito tutte le parole della Joya:
“La proposta era quella di non percepire i quattro mesi di stipendio. Noi non eravamo d’accordo perché non volevamo rinunciare a così tanti mesi. L’accordo è stato che di quei quattro mesi ne percepivamo tre nella stagione successiva ed uno lo lasciavamo come solidarietà. Quando ci hanno chiesto di rinunciare a quattro mesi, siamo rimasti stupiti e molti di noi hanno detto no. Noi per quell’anno rinunciavamo a quattro stipendi. Tre ce li pagavano con certezza, senza condizioni l’anno successiva ed uno lo lasciavamo in solidarietà. Questo è l’accordo finale”.
“Abbiamo un gruppo di Whatsapp con i compagni di squadra. L’informazione è girata lì, era un periodo confuso, alcuni erano andati all’estero, altri erano rimasti in Italia. Ricordo che prendemmo la decisione di decidere iniseme, cioè di accettare o meno la proposta ma di farlo tutti insieme. Io non ricordo di averne parlato personalmente con Paratici e Nedved”.
“Quello che ricordo io era che era uscito un comunicato stampa; tanta gente pensava che noi avessimo rinunciato a quattro mesi e nessuno sapeva in quel momento che noi avremmo preso tre mesi ma pagati più avanti. Leggendo il comunicato non è l’accordo che abbiamo raggiunto. C’è scritto che rinunciamo a quattro mesi ma non c’è scritto che avevamo già l’accordo sulle tre mensilità, che erano certe“.
Giacomo Pio Impastato