Penalizzazione Juve, l’avvocato controcorrente: “Le intercettazioni non si usano così!”

Nuovi punti di vista. Continua a far riflettere e discutere la vicenda riguardante le plusvalenze fittizie, in un inchiesta che ruota principalmente attorno all’ambiente della Juventus. I bianconeri sono stati recentemente penalizzati, sia sul piano sportivo, con una penalizzazione di 15 punti, che sul piano dirigenziale.

Una vicenda che non trova ancora ne capo ne coda, ma che sicuramente tarderà a trovare una quadra, vista anche la volontà della società juventina di presentare ricorso per quanto riguarda la penalizzazione ricevuta in Serie A.

A tornare di nuovo sulla vicenda è stato, questa volta, l’avvocato penalistico e docente di procedura penale Cataldo Intrieri, che in un’intervista rilasciata a Tuttosport ha voluto esprimere il suo punto di vista per quanto riguarda il discorso legato alle intercettazioni telefoniche.

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Avvocato Intrieri: queste le sue parole

“Il sospetto diventa una prova, questa storia mi ha colpito per la sua stranezza. Le intercettazioni devono essere un mezzo che serve a cercare le prove dirette, non una prova di qualcosa che deve essere accertato. Se il processo è stato riaperto sulla base di brandelli di intercettazioni arrivate dalla Procura di Torino, beh… Scandalizzerò qualcuno, ma non ritengo che abbiano le intercettazioni in questione questo grande valore di autoconfessione. L’uso amplificato e ampliato delle intercettazioni è un primo punto poco convincente. Non sappiamo se il giudice penale le userà. Poi il cittadino ha diritto a sapere prima quali possano essere le conseguenze penali della sua condotta, non è che se le deve intuire, immaginare o le deve presumere. Ci deve essere una norma che dice: se ti comporti così, commetti un reato. Se non c’è la norma, il problema non è risolto. Non c’è nulla che dica che questa prassi è illecita”.

Giulio De Pino

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