Tutto sbagliato, dall’inizio alla fine. La peggior sconfitta della Juventus degli ultimi 30 anni, un’umiliazione che inevitabilmente scriverà una brutta pagina della storia bianconera.
Il Napoli ha regalato ai ragazzi di Allegri una vera e propria lezione di calcio. Fin dal primo minuto si era intuito quale potesse essere l’andazzo del match, ovvio però che sarebbe stato difficile pronosticare una caduta così vertiginosa.
La Juventus ha perso sotto tutti i punti di vista. Atteggiamento, dedizione, lucidità, scelte tecniche. Non c’è mai stata partita. Il Napoli ha avuto il pallino del gioco per quasi tutta la durata del match, facendo un sol boccone dei propri avversari.
La sfida mentale avviata nei giorni scorsi tra Spalletti e Allegri è stata stravinta dal tecnico azzurro, al quale va dato il merito di aver trasmesso alla propria squadra una mentalità invidiabile.
Il suo Napoli ha avuto la meglio su uno dei maggiori punti di forza della Juventus di questa stagione, la solidità difensiva.
È bastato il duo Osimhen–Kvaratskhelia per mettere in crisi un reparto che nelle ultime otto partite non aveva subito neanche una rete. La scelta di Allegri di riproporre la linea a tre anche in questa occasione è risultata catastrofica.
Al terzetto composto da Danilo, Bremer ed Alex Sandro, autori di una pessima gara, è mancato anche l’apporto di un centrocampo quasi invisibile, dai centrali agli esterni.
Le continue imbucate e la ricerca della profondità hanno evidenziato crepe incolmabili nella difesa della Juventus, aspetto che Allegri dovrà inevitabilmente rivedere in vista delle prossime gare.
Difficile salvare qualcuno dalla partita di ieri. L’unico lampo nel buio del Maradona è stato Angel Di Maria, che finalmente ha fatto vedere qualcosa del suo grandissimo talento.
Autore del momentaneo 2-1, il Fideo ha aggiunto qualità alla manovra della Juve, qualità che però non è bastata ad arginare un Napoli troppo grande per una Juve troppo piccola.