Intervenuto negli studi di Sportitalia, il giornalista del Sole 24 Ore Marco Bellinazzo ha provato a fare un po’ di chiarezza sui motivi che avrebbero portato l’intero cda a rassegnare le proprie dimissioni dalla Juventus. Di seguito un estratto delle sue parole.
Gestione irregolare della manovra stipendi
“C’è stata una gestione irregolare della cosìddetta manovra stipendi. Ricordiamo quella del 2020, che è particolare: c’è il Covid, la Juve annuncia 90 milioni di risparmio per 4 mensilità. In quel comunicato, la Juve aveva chiarito che qualora il campionato fosse ripreso, si sarebbe ricontrattato con i giocatori.
Il campionato è ripreso in estate e gli stipendi sono stati pagati ma sotto diverse formule in base a chi è rimasto e chi se n’è andato. La Juve ha deciso di contabilizzare questi pagamenti in un certo modo. La Consob prima e la procura dopo, trovando anche documenti e scritture private, ritiene che la Juve non abbia contabilizzato in maniera regolare il pagamento di quelli stipendi.“
“Le dimissioni tolgono pressioni a società e indagati”
Il giornalista poi continua: “I 90 milioni erano un risparmio minore, da qui deriva la richiesta di rivedere i bilanci che erano già stati approvati (2020, 2021 e 2022).
Nel 2020 il CdA ha approvato queste rettifiche, ora tocca al 2022. Il problema è che il bilancio del 2022 non è ancora stato approvato, ma lo sarà in una prossima assemblea prevista per il 18 gennaio.
Nel frattempo, succede che secondo la procura se il CdA fosse rimasto in carica avrebbe potuto commettere dei reati e questo creava una pressione molto forte sia sulla società che su chi è indagato.
Dimettersi significa togliere pressione alla società ma anche sugli indagati, perché evidentemente sarà complicato chiedere l’arresto per Andrea Agnelli. Questo smacco la famiglia non lo voleva subire”.