Arrivato alla Juventus come comprimario, Arkadius Milik in questo scorcio di stagione ha dimostrato di poter vestire egregiamente la gloriosa maglia bianconera.
E non lo ha fatto solo per i gol in campionato e Champions League, ma soprattutto per l’importanza che ha nella manovra e nel gioco della squadra di Massimiliano Allegri.
Lo scetticismo dovuto alle sue condizioni fisiche è stato presto lasciate alle spalle: se sta bene l’ex Napoli ha sempre dimostrato di saper vedere molto bene la porta. Su 338 partite disputate in carriera sono infatti ben 145 i gol segnati, con una media realizzativa da far invidia a diversi suoi colleghi di reparto, anche ben più blasonati.
Poco importa che giochi dall’inizio o subentri: il suo impatto a Torino è stato incisivo in qualunque momento della partita il tecnico toscano abbia deciso di schierarlo in campo.
Paradossalmente, con Vlahovic in campo Milik è riuscito a rendere ancora meglio. La scelta delle due punte, infatti, oltre alla necessità dovuta ai numerosi infortuni che hanno colpito Madame, è dovuta anche alla sua capacità di cucire il gioco sia da punto di riferimento principale offensivo e – soprattutto – da spalla al giovane serbo.
Quando e se Allegri avrà a disposizione tutta la rosa scegliere di lasciare questo Milik non sarà semplice. Un grattacapo che molti allenatori vorrebbero avere, sia chiaro, ma ciò che è innegabile è che l’ex Marsiglia non è più una semplice alternativa. O forse non lo è mai stata.
Arek si è preso in mano la Juventus con la semplicità e la personalità dei grandi giocatori. Un leader di cui questa squadra, forse, non sapeva di aver bisogno.
This post was last modified on 21 Novembre 2022 - 15:28