È il giorno di Juventus-Lazio e a diverse ore dal calcio d’inizio, intervistato da TuttoSport, Paolo Di Canio ha parlato della partita e non solo.
Il noto giornalista di Sky si è dichiarato emozionato da questa sfida, ma non solo. Ha trattato anche i temi riguardanti Massimiliano Allegri e la vecchia Juventus di Maurizio Sarri.
“Allegri non ha avuto il coraggio di farlo”
“La Juve stava naufragando perché non aveva uno spartito e non aveva le idee chiare. E questo lo imputo al mio amico Max. Io sono onesto: a chi tocca non si ingrugna… Fino a quattro settimane fa Allegri non ha avuto il coraggio di lanciare i giovani prima. Chiedo: ma è possibile che un mese fa fossero meno forti? E poi, una critica simpatica: se dopo una partita vinta, contro l’Inter, dici che ‘d’ora in poi chi rientra dovrà correre, perché i giovani stanno facendo bene’, allora vuol dire che prima non correvano bene. Ecco perché penso che un atto di coraggio andava fatto prima”.
“Io espressi un’opinione a Gasperini… che si piccò. Più avanti feci una domanda a Sarri: ‘Mi dà l’idea che tu abbia più voglia di allenare un gruppo già con qualità, certo, ma con giocatori non ancora campioni e invece plasmabili a tua immagine e somiglianza, che ti diano piena disponibilità. È così?’ Mi diede ragione. Perché spesso i campioni, anche per un po’ per il tuo curriculum se non vieni da grandi esperienze, magari non ti seguono. E allora ti devi adattare. Come è successo a Sarri al Chelsea. Lui era avvelenato, ma alla fine facendo un ibrido ha vinto l’Europa League. Lo stesso alla Juventus: ci è andato contento, pensando che gli avrebbero rivoluzionato tutto. La rosa non aveva le caratteristiche giuste: a centrocampo mancava tecnica, Sarri doveva giocare con Matuidi che è diverso da Hamsik… Sarri è un allenatore da Lazio, che infatti vola giocando con Cancellieri, con Marcos Antonio, con il ragazzino Romero… Ma vedi che nei movimenti c’è uno spartito. Quando c’è addestramento ci sono soluzioni. Sarri in questo è un maestro. Come lo è nel far crescere i giocatori. Ora, però, deve migliorare in Europa: niente lamentele sulle partite ravvicinate, perché se vuoi allenare le squadre migliori, devi giocare ogni tre giorni”.
Nicola Morisco