Con la sconfitta al primo turno dei playoff MLS dell’Inter Miami che perde 3-0 contro i campioni in carica del New York City, cala il sipario su Gonzalo Higuain.
L’argentino aveva annunciato alcune settimane fa il ritiro dal calcio giocato al termine della stagione con l’Inter Miami.
Al fischio finale, Gonzalo non riesce a trattenere l’emozione e si accascia a terra in ginocchio, ripensando alla straordinaria carriera lunga ben 17 anni.
“Ho giocato solo per amore del pallone e spero di essere ricordato come persona, è questo ciò che mi importa più di tutto”.
Parole che rappresentano alla perfezione quanto visto in questi anni da Higuain in campo.
Spesso si dimentica che il calcio è anche e soprattutto emozione. Gonzalo ha rappresentato l’essenza di questo sport meraviglioso in tutte le sue sfaccettature, riuscendo a coniugare tecnica sublime, visione di gioco, senso del gol alla fragilità umana.
Alle volte si dimentica in fretta come anche i calciatori siano degli esseri umani, privilegiati certo, ma con delle emozioni. Merito o forse colpa dello stereotipo della perfezione ricercata a tutti i costi da parte dei calciatori.
Ormai è abitudine associare il ritratto del calciatore all’eccessiva cura del corpo, all’essere cinico, freddo, sovraesposto mediaticamente con una vita e un atteggiamento da star dello show business.
L’antitesi di Gonzalo Higuain, l’antidivo che ha vissuto il calcio nell’essenza più pura con l’obiettivo di emozionare ed emozionarsi.
L’argentino al di fuori del rettangolo verde è sempre stato riservato, nei limiti permessi dalla sua fama, una rarità se pensiamo all’utilizzo dei social e alla vita mondana del calciatore medio.
L’essere antidivo, poco personaggio, andare controcorrente ha permesso a Gonzalo di entrare nel cuore dei tifosi, proprio perché ha scelto di mostrarsi per quello che è, senza filtri e con le sue fragilità.
Il Pipita rientra nella categoria dei “calciatori della gente”, perché oltre al talento smisurato ha mostrato le sue imperfezioni, le sue debolezze, che l’hanno portato spesso a cadere per poi rialzarsi.
Almeno una volta nella vita, tutti o quasi sono caduti e sono riusciti a rialzarsi.
Per alcuni questo aspetto ha rappresentato un limite per la carriera di Gonzalo, interrotta con qualche anno d’anticipo ad alti livelli rispetto ad altri coetanei, in realtà il finale perfetto non esiste.
O meglio, esiste solo nel momento in cui si raggiunge la felicità. Higuain ha vissuto gli ultimi anni in MLS proprio perché la pressione del calcio europeo lo stava divorando, non era sereno e non riusciva a rendere felici gli altri.
In MLS ha trovato la serenità che cercava ed è tornato a divertirsi e divertire dipingendo calcio.
I calciatori come Higuain sono rari, proprio perché riescono a conquistare i tifosi e gli appassionati di questo sport non solo per le prodezze in campo, ma per la capacità di far immedesimare chi li guarda, perché in quelle fragilità, in quel cadere per poi rialzarsi intravede il riflesso di se stesso.
Suerte Pipita.