La Juventus del primo Massimiliano Allegri resta indimenticabile nel cuore dei tifosi bianconeri: cinque campionati consecutivi, quattro Coppe Italia, due Supercoppe italiane e due finali di Champions League, entrambe combattute contro due delle migliori squadre di tutti i tempi.
Sono passati molti anni da quei tempi; la Juventus, infatti, ha visto arrivare top player come Cristiano Ronaldo che, con Massimiliano Allegri, avrebbe dovuto portare la Champions League dopo molti anni a Torino.
Ma prima vi è stato l’addio dell’allenatore, poiché la dirigenza voleva aprire un nuovo ciclo per cercare il tanto agognato titolo europeo. Così non si è rivelato, portando i bianconeri a dover richiamare il tecnico livornese che però non aveva più a sua disposizione Cristiano Ronaldo, partito privo di stimoli in direzione Manchester.
E così ci ritroviamo ai giorni nostri, dove la Juventus non riesce ad esprimere un gioco, arranca contro le piccole ed è costretta a recriminare errori in sala VAR contro squadre come la Salernitana, con tutto il rispetto per la squadra campana.
Ma cosa è cambiato dagli anni gloriosi della prima Juventus di Allegri con quella di oggi?
Di certo ai tempi vi era una rosa che contribuiva a rendere le partite più spettacolari, rosa che non manca in teoria alla Juventus di oggi, seppur non confrontabile a quella del passato.
Poi vi è un dato molto interessante: la Juventus l’anno scorso fino a gennaio ha avuto un unico problema: gli mancava la punta da 20 gol in campionato. La Juventus, però, attaccava molto e la palla in area arrivava. Così si è deciso di acquistare il miglior attaccante in Serie A di quel momento: Dusan Vlahovic. Le prestazioni del serbo, però, sono state spesso insufficienti, così come tutta la Juve.
Potremo dire in linea con la filosofia del ”corto muso”, come viene rinominata dopo una celebre intervista del tecnico livornese.
Il problema è che questa filosofia non viene applicata dopo un 1 a 0 della Juventus, ma viene applicata anche quando vi è un secondo tempo da giocare sull’1 a 1 con la squadra bianconera che si chiude in difesa smettendo di attaccare.
Massimiliano Allegri non ha saputo lasciare andare le proprie idee di gioco del passato, riproponendo un gioco ormai compreso da tutti e che negli anni non ha avuto alcuna evoluzione.
Giacomo Pio Impastato