Maurizio Arrivabene, amministratore delegato della Juventus, ha rilasciato un’intervista a Tuttosport. Tra i temi toccati troviamo i nomi più caldi del calciomercato bianconero, Allegri e parti più tecniche sulla società. Le sue parole.
Su Pogba: “Gli stiamo parlando e le cose si stanno evolvendo molto, molto bene. Com’è nata l’operazione? Esiste quella riunione di cui ho parlato. Sono stati portati determinati nomi, alcuni dei quali arrivano come quello di Vlahovic. Così è nato Pogba. Da una domanda: “Ma perché non prendiamo Pogba?”. Attenzione, l’idea non basta: l’idea è solo una provocazione, poi bisogna metterla in pratica“.
Su Dybala: “C’era stato un accordo, poi c’è stato l’aumento di capitale, ci siamo tutti presi una pausa, di cui i procuratori erano informati e d’accordo. Ci siamo rincontrati e abbiamo detto che i termini erano cambiati, perché volevamo muoverci in maniera diversa. Per cui da un contratto quadriennale a certe cifre, siamo passati a un’altra strategia“.
Prosegue: “A gennaio è arrivato Vlahovic, ma questo non ha compromesso i rapporti, non c’è stata nessuna guerra. Dopo la decisione ci siamo sempre salutati cordialmente al centro sportivo. Mi auguro che Dybala trovi la squadra e le soddisfazioni che merita. Dal nostro punto di vista le cose hanno un inizio e una fine. Ribadisco: la Juventus è sopra tutto. Ci sono giocatori che hanno lasciato un’impronta profonda, ma il marchio Juventus è sempre più importante“.
Su De Ligt: “Torniamo a parlare di giocatori che seguono i consigli dei procuratori o dei colleghi invece che della società. Oggi è impossibile trattenere un giocatore che se ne vuole andare. Ma è sempre una questione di numeri, non è che se uno vuole andare via gli rispondi: prego, accomodati. È difficile trattenere un giocatore, però dal tavolo della trattativa bisogna alzarsi tutti e tre soddisfatti. E vale sempre l’articolo quinto: chi ha i soldi ha vinto“.
Sui giocatori legati alla maglia: “Io li vedo, quando è in corso la stagione e ci mettono sempre un impegno enorme. Vedo il professionismo e la dedizione. Poi ognuno ha il suo carattere. Mi ha stupito Vlahovic: ha una voglia di vincere e dimostrare quello che è il suo valore che è pazzesca, è un guerriero. Altri magari esplicitano tutto in modo diverso“.
Su Allegri: “Noi lo coinvolgiamo in tutto e lui ci coinvolge nelle scelte. Lui ha preso molto a cuore la strategia del club e abbiamo iniziato questa operazione insieme. Non è stata facile per nessuno, noi avevamo l’aumento di capitale, i costi della società da controllare e le strategie future mentre lui doveva gestire una squadra che si è trovato e che non ha costruito. Ora, grazie a quelle riunioni di cui parlavo e ad un gruppo dirigente molto compatto, si sta iniziando a costruire qualcosa di più adatto a lui“.
Sulla crescita del calcio italiano: “L’Italia ha potenzialità enormi e attrae investimenti, poi ci si scontra con la burocrazia. In generale un sistema che favorisca gli investimenti in Italia, eliminando la burocrazia e facilitando chi investe aiuterebbe non solo il calcio, ma il Paese in generale“.
Sul clima in lega: “Il dialogo all’interno deve essere migliore. A volte sembra quasi che si goda dell’immagine di litigiosità, quasi che litigare fosse una tradizione di cui andare fieri e da portare avanti. Oggi viviamo in un momento in continua evoluzione, per cui una gestione commerciale deve puntare a posizionare il calcio italiano ad alti livelli evitando le beghe di condominio. La Lega non può e non deve essere un’assemblea di condominio e come primo obiettivo deve porsi il rilancio del calcio italiano, anche attraverso il dialogo con la Federazione“.