Zero come l’anno. La stagione juventina era stata annunciata come “anno zero” dopo il tramonto di un’era di predominio dei bianconeri in Italia. Ma chi se l’aspettava un’annata così traumatica, dopo che il punto più basso sembrava essere già stato raggiunto? D’altronde, dopo il tramonto non viene subito l’alba, bensì la notte. E in casa Juve in questo momento é notte fonda, ancora più “buia e tempestosa” dopo aver perso l’occasione di alzare un trofeo contro la rivale di sempre.
Zero come i titoli. “Vincere é l’unica cosa che conta”, e la squadra di Allegri quest’anno ha riempito la bacheca solo di rimpianti, occasioni perse e scelte sbagliate.
Per ritrovare una Juventus senza titoli a fine stagione, bisogna addirittura tornare indietro di undici anni, all’esperienza di Gigi Delneri sulla panchina bianconera. Un periodo che i tifosi faticano a dimenticare e le cui sensazioni sembrano ritornare alla luce dei (non) risultati ottenuti dai bianconeri.
Zero come gli alibi. C’é chi dà la colpa agli infortuni, agli arbitraggi a sfavore, ad Allegri o alla partenza di Ronaldo. La verità é che una squadra come la Juventus non ha vissuto, non vive e non dovrà mai vivere di alibi. L’unica realtà sono i fatti, i risultati raggiunti, ovvero la sola qualificazione in Champions League, che non sazia per nulla la Vecchia Signora, contraddistinta da una fame di vittorie che sembra già far parte di un nostalgico passato.
Si é chiuso un ciclo fatto di 9 scudetti, 5 Coppe Italia, 5 Supercoppe Italiane, che ora devono essere motivazione per riaprirne uno altrettanto glorioso e impresso nella leggendaria storia bianconera.
Come fare? Sicuramente con un mercato all’altezza per rafforzare la squadra e sostituire i pilastri in partenza, ma soprattutto traendo insegnamenti da tutti questi “zeri” che, nonostante indichino il nulla, hanno tanto, troppo valore per passare inosservati.
This post was last modified on 12 Maggio 2022 - 17:47