Maurizio Arrivabene è da poco nell’organigramma della Juventus ma ha già impresso il suo marchio alla gestione sportiva, su tutti il mancato rinnovo di Dybala e l’acquisto di Vlahovic nel mercato di gennaio.
L’Amministratore Delegato bianconero ha rilasciato una lunga intervista al Corriere dello Sport in cui ha affrontato i temi del momento, su tutti la dolorosa eliminazione dalla Champions League ad opera del Villarreal.
Ho dormito poco come tutte le notti ma c’è molta amarezza perché in primis sono un tifoso. Gli obiettivi di questa stagione sono sempre stati gli ottavi di Champions e il quarto posto in campionato. Non cambia quello che è il nostro piano triennale dove dobbiamo coniugare l’aspetto finanziario con quello sportivo.
Nell’area sportiva dobbiamo costruire e non ricostruire: Agnelli vive la Juventus in maniera totale, arriva alle 7.30 del mattino (e a quell’ora siamo io e lui) e se ne va via quando è buio. Non è distratto dalla Superlega, è molto presente nel quotidiano.
L’acquisto di Vlahovic è stato funzionale alla prossima stagione. Si stava avvicinando un’asta con club spagnoli e inglesi in cui non saremmo stati competitivi. Abbiamo cercato di comprendere se fosse acquistabile subito e le uscite per renderlo sostenibile: i conti tornavano, l’abbiamo esposto ad Agnelli e il CdA lo ha autorizzato. Non avevamo un accordo con il calciatore prima di questo momento, agiamo con trasparenza.
I rinnovi? Beh, in un anno devo fare quattromila cose… Vi interessa solo Dybala e vi annuncio che le cifre riportate sull’accordo di ottobre sono corrette (8 milione di parte fissa più due di bonus, n.d.r.). L’aumento di capitale ha cambiato tutto e ci sono quattro parametri da rispettare: aspetto tecnico, numero delle presenze effettive, durata del contratto e valore economico del calciatore.
Abbiamo rimandato a dopo il Villarreal per volontà di Allegri ma il 17 dicembre ho detto all’agente di Dybala che lui era libero siccome in quel momento non potevo chiudere l’operazione, è un atto di estrema onestà. Ora dipende da lui.
Ho visto una sera le immagini terribili della guerra in Ucraina e ho voluto fare qualcosa, volevo andarli a prendere. Abbiamo organizzato grazie alla moglie di Agnelli e con i due pullman delle squadre (maschile e femminile) ci siamo portati tre Jeep colme di generi alimentari e medicine. Siamo andati al confine con l’Ungheria, a Zahony, e abbiamo portato in Italia sessantasei bambini grazie alla Regione Piemonte e alla Protezione Civile. Ora sono a La Morra, in provincia di Cuneo, al sicuro. Ho trovato un’immensa dignità e ci hanno regalato dei fiori.
This post was last modified on 18 Marzo 2022 - 14:47