Szczesny si confessa: “C’è un momento in cui odio ricevere messaggi, preferisco stare da solo!”

In una lunga intervista rilasciata a Dazn, il portiere della Juventus Wojciech Szczesny si è raccontato a 360 gradi. Dopo i pesanti errori di inizio stagione, l’ex Roma sembra essere tornato ai suoi livelli, riacquistando anche la fiducia del popolo bianconero.

Come lui stesso ha raccontato, non è mai facile reagire dopo un errore:

“Devi essere bravo a separare la vita privata da quella calcistica, nei momenti difficili torno a casa a essere un padre e un marito e ritrovo la serenità. Poi in allenamento devi dimostrare ai tuoi compagni che ci sei, vincere tutte le partitelle e riconquistare la fiducia dei compagni e dell’allenatore. Quando sbagli, la cosa peggiore che può capitarti è che il mister ti metta in panchina: lì la mente non ti aiuta, devi essere sempre pronto per la prossima gara. E nei momenti difficili odio ricevere messaggi di supporto, preferisco staccarmi subito dagli errori e tuffarmi nella vita normale”.

Chiellini e Szczesny
Chiellini Szczesny Juventus

Per un portiere può essere paradossalmente più difficile giocare in una grande squadra. Bisogna infatti essere bravi a farsi trovare pronti anche dopo diversi minuti di inoperosità all’interno della partita. Questa la soluzione trovata dal polacco:

“Nei momenti in cui la mia squadra tiene tanto il pallone e io resto diversi minuti inattivo, trovo molto utile la meditazione. Devo sempre essere presente con la mente, ho iniziato ai tempi della Roma e così facendo le partite mi sembrano molto più corte. Quando la partita mi appare lunga vuol dire che sto perdendo il focus e allora torno subito dentro il match”.

Infine un commento sui rigori, con Szczesny che nel 2021 è il portiere ad averne neutralizzato di più in Serie A:

“Sono il portiere che ne ha parati di più in Serie A nel 2021? L’analisi dei rigoristi è molto importante, col mio preparatore della Juventus Claudio Filippi prima del match facciamo mezz’ora di analisi degli avversari e sui rigoristi. A volte però questo non basta, rischi di nasconderti dietro l’analisi e non riesci ad avere il giusto istinto durante la partita: bisogna trovare l’equilibrio giusto. Spesso succede di cambiare scelta su dove buttarsi rispetto alle analisi, anche perché gli attaccanti sanno che li studiamo e magari loro stessi cambiano tiro. Ci vuole magari quel pizzico di follia per cui, dopo 10 rigori che tirano tutti da una parte, tu scegli di cambiare lato. Quando però capita che cambi idea all’ultimo e subisci gol, il mister ti guarda storto”.

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