LE PAGELLE | Spezia-Juventus 2-3: Chiesa irriducibile, Dybala spento

La Juventus si aggrappa con le unghie e con i denti alla necessità di dover portare a casa i tre punti. Sopra di un gol, poi rimontata, completa una contro-rimonta grazie all’uomo più decisivo della scorsa stagione: Federico Chiesa.

Szczesny 7: due interventi, uno su Verde nel primo tempo e uno su Maggiore allo scadere. Incolpevole sul gol di Gyasi, che nel tirare trova una deviazione determinante. Se il polacco è stato indiscutibilmente decisivo in negativo nelle prime gare, oggi la salva. Riabilitato.

Danilo 5.5: alcune incertezze inammissibili per uno della sua esperienza e su cui l’allenatore fa enorme affidamento.

Bonucci 6: partita di grande spessore, sia in fase di impostazione che in fase difensiva. Peccato per l’errore (condito da un pizzico di sfortuna) sul momentaneo 2-1 per lo Spezia.

De Ligt 7: il gol che decide la partita è il suo, e questo vale già tanto. Al peso specifico del suo tap-in vincente, poi, abbina una prestazione di gran quantità. La sua stagione entrerà nel vivo, ma sicuramente le polemiche relative al suo impiego non fanno bene né a lui né alla squadra.

De Sciglio 5: tanti errori, anche quando si tratta di eseguire i passaggi più semplici: la sua titolarità era un mistero prima che entrasse in campo ed è rimasta un mistero anche dopo la sua uscita (dal 46′ Alex Sandro 6: l’apporto che offre rispetto a De Sciglio è evidentissimo).

Chiesa 7.5: è la luce che squarcia l’inquietante oscurità in cui sprofonda la Juventus dopo il 2-1 di Antiste. Il suo gol è la sintesi di ciò che lo rende un fuoriclasse assoluto: caparbietà, agilità, tecnica, potenza, freddezza. A corredo, poi, c’è l’attitudine a caricarsi la squadra sulle spalle quando intorno c’è il silenzio, che è prerogativa degli eletti. Parte a destra, ma si esalta quando viene spostato a sinistra, a testimonianza ulteriore del fatto che anche uno come Allegri, così bravo a leggere i suoi giocatori, possa essersi fatto un’idea non proprio esatta sull’ex viola (dall’84’ Kulusevski sv).

Bentancur 5: il punto debole del centrocampo della Juventus è lui. Inequivocabilmente. Dopo quattro anni, spiace dirlo, il tempo delle attese è finito (dal 46′ Locatelli 6.5: di un’altra pasta rispetto all’uruguaiano).

McKennie 5: l’anno scorso, più o meno di questi tempi, venivano tessute le lodi di questo centrocampista americano, che sapeva abbinare un’ottima tecnica ad una grande attitudine difensiva. Attualmente, McKennie sembra non saper più brillare in nessun senso. I movimenti senza palla, pur buoni, non vengono accompagnati da controlli e passaggi precisi, e anche le coperture lasciano qualche perplessità. Evidentemente, le vicende extra-campo che lo hanno coinvolto ad inizio mese non lo hanno spronato a sufficienza.

Rabiot 6: sufficienza figlia dell’ottimo assist per Kean. Per il resto, c’è sempre l’impressione che possa dare tanto di più (dal 67′ Bernardeschi 6: ad ogni sua giocata traspare una sicurezza ritrovata).

Dybala 5.5: al netto delle lacune, questa squadra è in grado di poter contare su Chiesa quando Dybala non illumina la scena. Per l’argentino un paio di lampi tra la fine del primo tempo e l’inizio del secondo e poco altro: ci si aspetta di assistere ad una netta inversione di tendenza.

Kean 6: il gol è di grande fattura, e per questo il figliol prodigo merita una sufficienza. Gli spunti che offre durante il resto della partita, però, non sono affatto positivi (dal 59′ Morata 5.5: ci si aspettava una scossa dal suo ingresso, ma offre al massimo un involontario assist a Chiesa che assomiglia più ad un tentativo di ostruirne il passaggio).

All. Allegri 6: prima vittoria e prima grande sfangata, e non grazie alle sue scelte, anzi. Ha avuto ragione su Szczesny, ma è rivedibile la sua decisione di puntare su De Sciglio e su Bentancur e viene smentito dalle grandi prestazioni di quei giocatori che non riteneva ancora pronti. Lui che ha sempre fatto dell’affidabilità il suo marchio di fabbrica sembra al momento piuttosto confuso.

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